La recente fatica letteraria della coppia Emilio e
Maria Antonietta Biagini (Gaia. Il pianeta
sull’orlo di una crisi di nervi, Tabula fati, Chieti, 2016) si aggiunge alle numerose pubblicazioni già
prodotte controcorrente e che hanno come bersaglio evidentissimo tanti idoli
del nostro tempo e i loro devotissimi adoratori.
Come non ricordare, per limitarci alle
pubblicazioni più recenti, le gustosissime “Satire Clericali” con tante ombre
vagamente ecclesiastiche che recitano “pezzi di giornali”, ripetono slogan
molto buonisti… dove manca qualsiasi rispetto della verità e non v’è cenno
della propria identità? Degni di molta attenzione restano anche libri come
“Saccenti ed altri serpenti”, “La pioggia di fuoco”, “Labirinto oscuro”, ecc.,
che da vari anni fanno la loro periodica
comparsa, incuranti della reticenza e del silenzio di chi dovrebbe difendere i
valori fondamentali e invece… lascia correre o, peggio, rema contro.
Sono testi in cui l’autore entra a spada tratta
con grande libertà di denuncia, e senza sottintesi fa emergere vigliaccherie e
chiari tradimenti…
Bisognerebbe
proprio che venissero messi in scena!
Divertirebbero anche un largo pubblico di
indifferenti, irriterebbero alcuni saccenti e forse farebbero riflettere… anche
tante mosche cocchiere”!
L’ultimo prodotto di cui
sono a conoscenza della dinamica coppia è GAIA… Il titolo promette un po’ tutto
quello che la madre-terra può dire e soprattutto quanto ne dicono gli
inquilini… chiamati sul palco ad accusare, a difendersi dai tentativi e dalle
molte chiacchiere dell’“homo sapiens”. Si tratta di creature inanimate come il
Vulcano, il Cielo stellato, gli Asteroidi, il Mare, le Nuvole che commentano le
varie idiozie con cui l’uomo li accosta e li utilizza e talvolta li idolatra.
Soprattutto però il
dialogo a più voci si fa contemporaneamente divertente, ironico e amaro quando
parlano le ranocchie, i topi, i panda, gli aironi, le poiane, gli squali, le
iene, gli avvoltoi, pinguini e zanzare…
Davanti al lettore si
snodano quadretti più o meno lunghi, talora brevissimi, sovente accompagnati da
un Io-vociante.
Troveranno un regista coraggioso che li presenta in
qualche scena televisiva?
Se però si dovesse
scegliere un “pezzo” da rappresentare veramente con tanto di apparato non si
potrebbe assolutamente escludere le pagine dove sono di scena la Scimmie dai
pittoreschi nome come Orango, Gibbone, De Gorillis… con vari altri animali
chiamati in causa: il Picchio, la Bertuccia… Ci si trova nell’aula di un vero
tribunale con tanto di apparato giudiziario dove le scene si succedono
solennemente secondo le procedure canoniche… I vari personaggi si avvicendano
con accuse e precisazioni, e le “dimostrazioni” dell’area evoluzionista vengono
in definitiva vagliate e sottoposte a un duro esame da parte degli animali
chiamati in causa…
“Indiscussi” venerati
personaggi come Darwin e il suo mastino Huxley… sono sottoposti a domande
imbarazzanti e all’implacabile logica del pubblico ministero Orango. Ne emerge
una conclusione ben martellata dall’autore: ci possono essere state modifiche lentamente verificatesi, adattamenti dentro la stessa specie… ma
la derivazione di una specie
dall’altra resta indimostrata…
Soprattutto il “mistero
umano” con la conoscenza del bene del male, con le doti artistiche che lo
caratterizzano… non si lascia minimamente dedurre da una organizzazione sia
pure complessa di molecole. Nel dibattito fa capolino anche una parola famosa:
il caso… Nonostante i mirabolanti
tentativi escogitati per farne il protagonista adatto a spiegare certe
trasformazioni e il funzionamento dei vari organi… resta un puro vocabolo di
origine molto chiara: non sapendo come un fatto sia avvenuto o avvenga, ci si abbandona
a uno sbalorditivo atto di fede mascherato da una parola!
Interessanti spunti di
ricerca storica sono offerti dagli accenni:
-
alle relazioni fra Darwin e Huxley e i progetti del Club
X (a cui lo scienziato non partecipava, anche perché non invitato!),
-
al passaggio dal Darwin credente al suo finale
agnosticismo,
-
alla utilizzazione che vari atei hanno tentato di fare
delle idee di Darwin, ecc.
Che dire in definitiva
sulla questione dibattuta?
I vari colpi d scena che
si succedono negli interventi portano lo spettatore non del tutto digiuno ad
alcune conclusioni più volte e in molte forme proposte:
-
lo scienziato si muove sul piano del dove, del quando, del quanto e del come e le sue conclusioni… non sono mai definitive. Quante
“scoperte” che parevano definitive sono state smentite!
-
lo scienziato nulla può dire sul perché di quanto avviene,
-
lo scienziato non decide del bene e del male…
La tecnologia offre
all’uomo mezzi, ma non gli insegna come usarli…
Sempre sulla questione
calorosamente dibattuta nel tribunale… non sembra inutile precisare (e l’autore
certamente lo sa!) che molti credenti pur seguendo Darwin lo correggono su un
punto decisivo: parlano di Dio che guida
l’evoluzione…
Se si assiste, pensano,
alla disposizione di varie lettere dell’alfabeto in parole, che a loro volta
compongono una proposizione e questa si inserisce in un discorso, è troppo
evidente che è all’opera un Autore! A questa conclusione si è avvicinato lo
stesso Darwin…
Io
confesso che mi pare il più alto assurdo possibile supporre che l’occhio sia
stato formato, per mezzo di selezione
naturale, con tutte le sue inimitabili disposizioni ad aggiustare il suo
fuoco alle varie distanze, ad ammettere diverse quantità di luce e a correggere
l’aberrazione sferica e cromatica.
(Prima
edizione italiana de L’origine delle
specie, 1864)
E la sua perplessità è
del tutto ragionevole… Mentre sconcertante è quanto scrive in un secondo tempo…
L’occhio
mi fa venire ancora oggi un brivido freddo ma… la ragione mi dice che dovrei
superare questo brivido.
(in una
lettera di qualche anno dopo…)
A quale tipo di
“ragione” si appellava questo secondo Darwin?
Concludendo…
Non si sfugge al
desiderio di augurare alla coppia che ci ha offerto GAIA di procedere perché il
dibattito resta sempre aperto e il tentativo di ridurre tutto il reale a una
organizzazione di particelle dai nomi sempre più strani… certamente continuerà
finché dura l’uomo. E occorre chi smaschera camuffamenti e conclusioni
ingiustificate anche se presentate in paludamenti scientifici e con cipiglio
accademico e… ironizzando e calpestando la famosissima “ragione”!
FRANCESCO MAJ
Istituto Salesiano “Valsalice”, Torino
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