martedì 16 settembre 2014

La coraggiosa sfida di Rosalia Longo al razzismo chic

Un segno di vitalità intellettuale dal margine destro

La coraggiosa sfida di Rosalia Longo al razzismo chic

 Gli studiosi fedeli ai princìpi di quella destra italiana, che è stata umiliata, alienata e liquidata dalla piramidale insipienza di un innominabile, spregevole politicante, lavorano, in ordine sparso e con mezzi inversamente proporzionati alla loro intelligente fatica, alla ricostruzione della perduta identità culturale.
 Lontano dagli incensati altari dei vizi mortiferi e dalla futile allucinazione scientista, operano  i credenti nella invincibile/irriducibile ragione dell'ordine civile.
 Una vivace e ardita minoranza di studiosi anticonformisti, giovani e meno giovani, è severamente/sapientemente impegnata al riscatto e al rinnovamento degli ideali umiliati e scialacquati da un gagà rampante nel vuoto mentale.
 Coraggiosi e saggi esploratori della vera cultura sperano nella futura manifestazione di un'entità politica capace di raccogliere e mettere in circolo le idee della tradizione, che rappresentano fedelmente le profonde ragioni della rinascita nazionale dopo le rovine a destra e a sinistra.  
 Da Solopaca, animoso centro della nobile provincia beneventana, si segnala - ad esempio - l'attività  instancabile dei redattori della rivista felicemente intitolata "L'Altra voce", ( rivistalaltravoce@gmail.com tel. 0824971655) fondata dal compianto Domenico Longo e ora diretta con mano sicura e forte pensiero dalla sua giovane figlia, Rosalia, che si avvale della preziosa collaborazione di Arcangelo Santoro, Ulderico Nisticò e Ercolina Milanesi.
 Con atto di audacia, infatti Rosalia Longo lancia il guanto di sfida al trionfante/squillante partito dell'eugenetica e alla politica che riduce la spese a sostegno dei portatori di handicap.
 Il razzismo democratico e progressivo ha sede nei fiumi carsici nei quali corrono all'impazzata le mitologie americane spurgate della liquidazione sodomitica del sistema progressista.
 Nel fascicolo della sua bella e coraggiosa rivista, in uscita a fine agosto, Rosalia riprende e commenta favorevolmente il matrimonio celebrato in una chiesa cattolica da Marta e Mauro, due giovani affetti da sindrome down.
 Audacemente Rosalia sfida la criminale e bestiale legge, che conferisce un potere disumano alla medicina  abortista, e sostiene che "nonostante il loro stato cognitivo e fisico sia considerato ridotto rispetto ad una persona non affetta da sindrome down, questi due ragazzi sono pienamente in grado di stare insieme, di mantenere saldo il loro rapporto e di affrontare i loro problemi anche meglio di due fidanzati comuni".
 Di qui una affermazione autenticamente rivoluzionaria: "non sono loro le persone limitate, come molti pensano, ma siamo noi che non cogliamo la bellezza delle cose più semplici. Queste persone invece lo fanno e ci riescono con una spontaneità commovente, che ormai è rara in questo mondo cinico, che ci allontana sempre più dai reali valori e dai veri sentimenti".   
 L'apprezzamento di Rosalia per gli ultimi vanamente adulati dalla chiacchiera politichese, e la rivendicazione del loro diritto a prendere parte alle oneste gioe, che non sono negate agli altri mortali, svelano orizzonti nuovi e propriamente rivoluzionari alla destra appartenente a un nobile futuro, che non tarderà a venire.
 Si disegna, infatti, l'alternativa a un'epoca avvelenata dal folle potere, che l'accecamento ultimo dei progressisti conferisce alle voglie insane e turpi di genitori che si rivolgono ai raccapriccianti laboratori, costruiti secondo le regole contro natura, dettate dalla fantasticheria alchemica imperversante nell'universo dei progressisti per il regresso a Babele.
 Il fine di tali parodistici genitori è ottenere figli specialmente belli perché la loro pelle ha il colore desiderato e i loro occhi colori conformi ai precetti effimeri ma imperiosi del salotto buono. Per un tale miserevole risultato la thanatofilia in camice bianco non esita a sacrificare le vite umane irriducibili all'eletto gusto dei sedicenti genitori. La rivista anticonformista "L'Altra Voce", pertanto conquista un posto speciale e prestigioso nell'avanguardia, che sta preparando una credibile alternativa al potere degli stregoni al lavoro dietro la desolata scena della politica asservita alla follia del desiderio mortifero. 

 Si tratta di una alternativa che albeggia nei desideri dei giovani disgustati dall'immoralità e dalla potenza dell'ipocrisia al servizio della pseudo-scienza e dalla politica insensata.

Piero Vassallo

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