DAL BOSCO R. (2014) Incubo a 5 stelle. Grillo, Casaleggio e la
cultura della morte, Fede & Cultura, Verona
Dopo la denuncia dello
spettrale buddismo, questo nuovo studio, documentatissimo e coraggioso, di Dal
Bosco, testimonia una profonda cultura e si regge su un’analisi serrata non
solo dell’incubo a cinque stelle vero e proprio, ma dell’intera trama
ambientalista, esoterica, satanista, che vi sta dietro.
Alla base di tutto è la rete,
adorata per il “cyper-utopismo” (che stabilisce cosa bisogna fare) e l’“internet-centrismo”
(che stabilisce come va fatto): sono questi i cardini di tutta la propaganda
sulla superiorità del mondo nuovo baciato dalla grazia di internet.
La massa di dati prodotta da
internet è uno strumento di controllo senza precedenti, che il potere può
sfruttare a piacimento per sorvegliare e punire. Rappresenta la perfetta
realizzazione del “panopticon”, la prigione “a sorveglianza totale” proposta
dal filosofo inglese Jeremy Bentham, esponente dell’utilitarismo e difensore
della pederastia. L’efficacia del panopticon consiste nella possibilità di
tener d’occhio i prigionieri senza che se ne accorgano e senza che mai sappiano
se sono sorvegliati o no (p. 15). Siamo tutti prigionieri. Tutto ciò che
mettiamo in internet è esposto alla sorveglianza del “grande fratello”
orwelliano: può darsi che il nemico ci ascolti e ci guardi, oppure no, ma non
possiamo saperlo.
Nel controllo globale la
posizione chiave è occupata dalla CIA, che naturalmente è al servizio del
governo USA e soprattutto dei potentati usurai che controllano l’economia
americana e mondiale: pochissime famiglie (Rockefeller anzitutto), che non
producono nulla, ma si arricchiscono speculando, mentre distruggono le economie
reali e propagano ideologie criminali come il satanismo prometeico,
l’ambientalismo e il malthusianesimo legati all’operato di Peccei e dello
sconcio Club di Roma, e mirano apertamente allo sterminio di gran parte
dell’umanità. Il numero di abitanti che la Terra dovrebbe ospitare oscilla,
secondo questi Hitler globali, fra i quattrocento milioni e il miliardo. Gli
altri sei miliardi dovrebbero finire inghiottiti dal Moloch maltusiano: con
aborto ed eutanasia rispettivamente al principio e verso la fine della vita, e
per rovinare gli anni di mezzo la depenalizzazione della droga, per cui si
batte a suon di campagne miliardarie un altro degli usurai mondiali: George
Soros, il magnate che tanto si è dato da fare per la destabilizzazione dei
Balcani, da cui è conseguito l’affermarsi degli estremisti islamici e l’inizio della
persecuzione dei cristiani in Bosnia.
In-Q-Tel è il braccio della
CIA nel settore degli investimenti commerciali. Google Earth è un veicolo
finanziato dalla CIA per distruggere il mondo. Come disse il generale di corpo
d’armato russo Leonid Sazhin nel 2005, “I terroristi non hanno bisogno di fare
ricognizione sui loro obiettivi. Ora c’è un’azienda americana che fa il lavoro
per loro.” (p. 16). Nel 2010 sia In-Q-Tel sia Google hanno investito in una
società per monitorare il traffico di Twitter. La possibilità di monitorare i
social media apre alla CIA infinite possibilità di influenzare gli sviluppi
sociali, foraggiando i gruppi rivoluzionari, lanciando movimenti per la
“libertà” e destabilizzando i regimi non graditi all’oligarchia americana, come
s’è visto anche di recente nel caso delle famigerate “primavere arabe”, utili
solo a portare al potere estremisti islamici (come nella criminale
destabilizzazione dei Balcani ricordata sopra), e a scatenare stragi di
cristiani e ondate migratorie incontrollate verso un’Europa in preda ai deliri
tanatofili dell’imperialismo anglosassone. Ogni volta che gli USA si sono mossi
per portare la loro mitica “libertà”, ad affogare nel sangue sono stati
invariabilmente i cristiani (il Messico dei “cristeros” insegni).
Che internet abbia migliorato
il mondo è tutt’altro che dimostrato. I periodi di crescita economica sono
stati tutti senza internet. Con la diffusione della rete l’Occidente è entrato
in una devastante crisi economica: perché? Perché le oligarchie degli usurai
mondiali hanno adesso a disposizione una massa senza limiti di informazioni per
alimentare le proprie speculazioni. Alla crisi, occorre aggiungere,
contribuisce la contrazione dei mercati interni dell’Occidente grazie alla
tragica denatalità. Ma anche questo non è un caso. È diretta conseguenza della
cultura della morte, materialista, denatalista, abortista, eutanasica, in altre
parole assassina e satanica, tipica dell’ambientalismo criminale. Proprio
l’ideologia propagandata da Gianroberto Casaleggio e dai suoi sodali della
società Casaleggio & Associati. Le predizioni catastrofiche degli
ambientalisti sono state ripetutamente smentite dai fatti (ad esempio, secondo
il Club di Roma, la catastrofe ecologica avrebbe dovuto colpirci intorno al
1980), ma, confidando nella memoria corta delle gente, vengono sistematicamente
ripresentate con sconsolante ripetitività.
Beppe Grillo, Cespuglio
Urlante di scarse idee, non è che un capopolo nichilista scelto da Casaleggio
come agente di questa infame propaganda. Ciò non toglie che Grillo “abbia una
sua personalità (…) spigolosa, segnata da ambizioni sfrenate come da traumi
orrendi, calata dentro il ruolo di burattino, prima per intrattenere il
pubblico, poi per guidare una nuova massa politica.” (p. 22).
Quella di Grillo è la “storia
di un burattino cattivo”. Già da bambino si nota la sua determinazione a
monopolizzare l’attenzione; in famiglia cantava lanciando urli “alla James
Brown”, e il padre commentava alla madre: “Sembra una bestia. Tuo figlio è un
idiota.” La passione di Cespuglio Urlante per il palco entrò in conflitto con
la dura realtà. Ottenuto il diploma di ragioniere, andò a lavorare nell’azienda
del padre che produceva fiamme ossidriche, ma mollò subito per fare il
piazzista di una ditta di jeans. A un ritiro aziendale in Toscana, i colleghi,
tirata fuori una chitarra, gli chiesero di esibirsi; il “nostro” non si fece
pregare, e disse poi in famiglia che la sua esibizione era tanto piaciuta che
si aspettava una promozione; invece venne licenziato.
Si dedicò allora alla
carriera di cabarettista, mantenuto dagli amici e senza riuscire a crearsi un
proprio repertorio, segno di deficiente creatività. L’occasione della sua vita
fu l’incontro con Pippo Baudo che gli fruttò un contratto alla RAI, solo per
farsi escludere per aver pronunciato una battuta contro Craxi. Fu l’inizio
dell’agiografia di Grillo come “martire del sistema”. Cacciato dalla TV, si
dedicò ad un nuovo tipo di spettacolo teatrale, girando l’Italia e la Svizzera
italiana (dove sembra abbia preso residenza per evadere le tasse), per lanciare
invettive a destra e a manca, denunciando vero o presunto malaffare a tutto
campo.
L’incontro con Gianroberto
Casaleggio segnò un altro punto di svolta: il capelluto Casaleggio aprì a
Cespuglio Urlante la piattaforma ufficiale del partito, il blog
“beppegrillo.it”, curandone ogni aspetto con la sua azienda Casaleggio &
Associati.
La vita di Grillo fu segnata
da due catastrofi. Il 7 dicembre 1980 presso Bec Rouge, sulle Alpi francesi, lo
Chevrolet Blazer, il lussuoso ed enorme fuoristrada guidato da Grillo, uscì di
strada dopo essersi avventurato su una strada ghiacciata nonostante i cartelli
che la dichiaravano pericolosissima e chiusa, causando la morte di tre persone
che si trovavano con lui: in pratica un’intera famiglia sterminata. Si salvò
solo Grillo, gettandosi fuori dell’auto all’ultimo momento, prima che
sprofondasse in un burrone di un’ottantina di metri, e venne condannato con
sentenza definitiva a un anno e quattro mesi con la condizionale per omicidio
colposo. Nell’agosto 1997 lo yacht Giò II, con Grillo al timone, affondò per
una manovra azzardata di Grillo, che mandò l’imbarcazione sugli scogli presso
Porto Cervo: la catastrofe fu evitata per pura combinazione, dato che c’era un
altro yacht nelle vicinanze che si affrettò a ripescare i naufraghi. In
entrambi i casi, Grillo mise a rischio i propri ospiti per soddisfare il suo
narcisoide avventurismo, il suo bisogno di riaffermare in pubblico il proprio
status.
Perché Casaleggio ha trovato
in Cespuglio Urlante il perfetto propagandista per il suo progetto nichilista,
di “un voto di protesta drogato dalla vana illusione di una fumosa democrazia
diretta”? Dal Bosco indica cinque motivi: 1) Grillo riusciva a mantenere una
qualche visibilità anche al di fuori del canale principale, quello della TV; 2)
aveva già una sua credibilità su temi legati all’ambiente e agli scandali
finanziari; 3) è un perfetto burattino, motivato da un violento rancore verso
le istituzioni del paese (la TV che l’ha rifiutato, i politici che l’hanno
privato del suo pubblico, i colleghi attori comici più bravi e fortunati di
lui); 4) la sua tetra emotività è l’attrattore perfetto per un elettorato
dominato dal risentimento (contro i politici, contro i ricchi, contro i
giornali che non parlano mai di loro); 5) la sua incoscienza e mancanza di
raziocinio, il suo primato assoluto dell’emozione sulla ragione, ne fanno
l’ideale testa di maglio per lo scardinamento violento della società (pp.
38-40).
Dove dovrebbe condurre questo
scardinamento? Ce lo dice il video “Gaia – The future of politics”, prodotto
dalla Casaleggio & Associati, nel quale si preconizza una guerra mondiale
contro Russia, Cina e Iran, a base di armi batteriologiche, alla fine della
quale dovrebbe sopravvivere solo un miliardo di persone. Con una popolazione
così tragicamente ridotta si avrà finalmente la condizione ideale per
instaurare la “democrazia elettronica”, in un mondo senza stati, passaporti o
rappresentanti politici, senza partiti, senza religioni, con un account internet
detto “Earthlink”, di cui ogni sopravvissuto avrà bisogno per “esistere”. Una
prospettiva mostruosamente apocalittica e anticristica, che Casaleggio
rivendica come ideale. Le radici culturali dell’individuo sono a dir poco
inquietanti e quanto mai nebulose: cicli arturiani, ideologia
tecnocratico-esoterica ottocentesca di Alexandre Saint-Yves d’Alveydre.
Casaleggio gestisce la
società Webegg (di consulenza internet alle aziende) inmodo del tutto
scriteriato, succhiando ingenti risorse economiche, la porta al disastro e la
lascia, fondando nel 2004 la Casaleggio & Associati. Grillo, per usare la
terminologia casaleggesca, è l’influencer
scelto per propagare la sua tanatofila ideologia. Osserva argutamente Dal Bosco
che “Grillo era perfetto, anche se (…) non sarebbe stata la prima scelta. Più
fresco e vitale, sarebbe stato Roberto Benigni, che era anche privo di alcune
controindicazioni, come per esempio una condanna per omicidio” (p. 61).
Nel 2005, fiutato l’affare
Grillo, Casaleggio fonda il (redditizio) blog di Beppe Grillo, che sfrutta
Google Adsense, branca pubblicitaria di Google, è a pagamento e frutta 5 euro
per ogni 1000 pagine scaricate, con un ammontare annuo stimato fra 5 e 10
milioni di euro. A Cespuglio Urlante certo questo non dispiace: la sua
tirchieria è leggendaria: ben quattro presunti testimoni raccontano che girasse
con una tuta senza tasche per non aver soldi da spendere.
Nel 2007 Casaleggio pianifica
i V-Day, i mega-raduni che servono al lancio prima delle liste “Amici di
Grillo” e poi dal Movimento 5 Stelle vero e proprio. Un’impeccabile democrazia
caratterizza il movimento, tanto che in un fuorionda televisivo il consigliere
emiliano Flavia viene beccato mentre dice: “tra gli eletti si sono degli
infiltrati di Casaleggio, quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando
parliamo. Casaleggio è spietato, vendicativo.”
I parlamentari del Movimento
5 stelle non sono che formiche, di evidente incapacità, incompetenza, demenza
politica e morale, “onorevoli acefali”, come li definisce Dal Bosco (p. 186). I
loro exploit, non appena aprono bocca, sono allucinanti ed esilaranti, come
quello di Giampaolo Vanoli che raccomanda di bere l’urina (p. 200). Il guru
Casaleggio tende a considerarli delle specie di insetti. Del resto, Paul
Ehrlich, autore della criminale bufala della bomba demografica, che prospettava
lo sterminio di gran parte dell’umanità era, non a caso, uno specialista di
entomologia (studio degli insetti).
Per realizzare una
mostruosità come quella adombrata da Casaleggio, occorre naturalmente
coinvolgere i giovani. Ed ecco le proposte del M5S per la famiglia e la scuola:
la diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole e la graduale abolizione
dei libri di testo, i cui contenuti, se mai, rimarrebbero accessibili
attarverso la rete. In tal modo si verrebbero a drogare le attività scolastiche
fin dalla più tenera età dei bambini con la funesta ideologia
dell’internet-centrismo, mentre la liceità di un libro di testo o di una
determinata idea sarebbe decisa in rete, ossia nel luogo più soggetto al potere
mistificatorio grillino. Ogni bambino crescerebbe “nell’illusione di essere
‘cittadino’ pienamente in grado di risolvere qualsiasi problema affidandosi
alla magica entità chiamata rete.” (p. 274).
Non più esseri umani, dunque,
ma “nodi” della “rete”, appunto come formiche, pronte a scatenarsi agli ordini
di chi controlla la rete. Nell’accensione del focolaio rivoluzionario del
Nordafrica via Facebook e Twitter, nel quale sembra siano implicati la CIA e i
servizi segreti del Qatar, abbiamo un esempio della versione sovversiva,
rivoluzionaria, di internet. Un altro esempio è il grave episodio teppistico di
saccheggio avvenuto a Londra a fine estate del 2011, gestito dai delinquenti
attraverso il BlackBerry (più economico di iPhone o di Samsung Galaxy).
Splendida, a questo proposito, la definizione di Dal Bosco della rete come
“immane, onnipervadente entità psicagogica e strangolatrice” (p. 65).
Dal Casaleggio-pensiero (Tu sei rete) si capisce come il concetto
di rete sia assurto a base del progetto di conquista del mondo. L’autore cita
ad esempio la rete delle comunicazioni dell’Impero romano, di quello persiano e
di quello mongolo di Gengis Kahn (formato da un corpo di veloci cavalieri
messaggeri, mentre i messaggeri nemici venivano sistematicamente uccisi per
bloccare le comunicazioni avversarie). All’indomani dell’insediamento a
Montecitorio dei deputati 5 Stelle, dopo la straordinaria vittoria elettorale
del 2013, viene installata una rete wi-fi privata, separata da quella degli
altri deputati, per i membri del movimento: un account blindato
(5.STELLE.PHONE) a cui possono accedere solo gli eletti del M5S. Il richiamo a
Gengis Kahn non è fuori luogo per un movimento che si propone l’eliminazione di
sei miliardi di uomini.
Il popolo, come lo intende
Casaleggio, non è qualcosa di reale, ma un concetto post-umano elettronico, sul
quale si può impunemente agire per mezzo di aborti o armi batteriologiche, come
si racconta nel video “Gaia”, prodotto dalla Casaleggio & Associati, nel
quale si preconizza il disastro totale della cultura: scomparsa dei giornali,
poi della televisione, poi dei libri; resterà solo la rete. In rete si mente
meglio: secondo Casaleggio la diffusione del preservativo avrebbe diminuito
l’incidenza di AIDS in Uganda dal 15% al 5%. Bufala enorme: la percentuale di
sieropositivi in Uganda è prossima al 70%.
Frattanto i giornali sono,
insieme alla politica, la fonte primaria dell’Agenda Setting, ossia dei temi di cui società e Stato devono
occuparsi in un certo momento. Grazie a questa manipolazione, indipendentemente
dalla reale urgenza dei problemi concreti, insignficanze come il matrimonio dei
“ghei” o il presunto cambiamento climatico, spinte avanti dalle subdole
tecniche di web-infiltration da parte di ben decisi cyber-squadristi, diventano
i temi più dibattuti. I commenti negativi che tentano di farsi strada nella
rete contro il dilagare delle insignificanze e delle ideologie assassine
vengono sistematicamente censurati. Casaleggio predilige la categoria del
marketing urbano formato da individui che sono al tempo stesso produttori e
consumatori (prosumer), che producono
e consumano notizie: i risultati sono fallaci se non stupidi. Si va verso la
virtualizzazione del mondo: la gente dovrebbe immergersi nei mondi virtuali di
internet, in modo da avere molteplici identità on line, “seconde vite”.
Vittima di tutto questo è la
verità, e con essa la libertà. Non contano i fatti, ma quello che viene
ripetuto ossessivamente dalla rete, aperta ai liberi commenti solo in teoria,
mentre è alla mercé delle manipolazioni dall’alto e degli umori incontrollati
della gente, fino a scatenare vere e proprie cacce alle streghe, come nel caso
dello sventurato studente americano di origine asiatica Sunil Tripathi,
sottoposto ad un vero linciaggio morale in rete come presunto colpevole
dell’attentato dinamitardo alla Maratona di Boston del 2013; prima che i veri
colpevoli venissero arrestati, il cadavere di Sunil venne ripescato in un fiume
del Rhode Island.
L’immenso potere della rete
nella manipolazione delle masse deriva dal fatto che l’immensa schiera delle
nullità sfigate, convinte di essere geni misconosciuti, quando sono sedute al
computer possono illudersi di essere al centro del mondo, in un autentico
delirio di onnipotenza, mentre non fanno che lanciare insulti, provocazioni,
soprannomi denigratori, sotto la vile copertura dell’anonimato, senza alcun
risultato costruttivo. Nonostante ciò, grazie all’immenso potenziale
mistificatorio della rete, il Movimento 5 Stelle viene presentato come “la nascita
del più grande movimento del mondo non-ideologizzato”.
Ma è vero tutto il contrario:
si tratta in realtà di un movimento iper-ideologizzato, pilotato da Casaleggio
e sodali, i quali mirano a cavalcare “tutta la galassia della disobbedienza”,
che lotta contro qualsiasi cosa (No-Tav, No global, ecc.), perseguendo al tempo
stesso la seduzione di gente sempre più intorpidita dalla propaganda
ambientalista, che impone raccolta differenziata, incentivi sul solare e la
bici elettrica, e il mito della “traccia di anidride carbonica”, che Dal Bosco
argutamente definisce “sostituto definitivo del Peccato Originale in questo
mondo sempre più eco-blindato”. Eco-blindato e assassino: Bill Gates, padrone
di Microsoft, finanzia con centinaia di milioni di dollari le multinazionali
dell’aborto, come Planned Parenthood, abortifici globali che vivono sui
proventi ricavati dalle vendite di computer che girano con Windows.
“La creatività dell’Uomo, la
sua intrinseca capacità di opporsi all’entropia per mezzo del suo ingegno è
vista con estremo sospetto: il suo ingegno è ciò che lo distingue dalle altre
creature, di fatto il fattore che lo rende l’‘anomalia’ planetaria. L’uomo
trasforma il mondo perché intelligente, perché dotato di capacità cognitive che
lo rendono visibilmente in cima alla gerarchia delle creature terrestri. Nella
visione ecologista, l’uomo non dialoga con l’universo, né può modificarlo: egli
deve limitarsi a prendere ordini dalla natura, che, proprio come Gaia, assurge
al ruolo di entità divinizzata, di dea pagana. Com’è possibile notare, questa è
una sfiducia ontologica sull’uomo, una differenza radicale rispetto all’essere
umano, una misantropia bella e buona che porta l’Uomo a una depressione
suicida: l’Umanità diventa appunto la triste nemica di se stessa. Questo è
anti-umanesimo, è un pensiero criminale che la civiltà deve espellere da sé se
non vuole estinguersi.” (p. 135).
La diabolica farneticazione
ambientalista si vale di una pseudoteoria economica edulcorata come “decrescita
dolce”, e fa del Movimento 5 Stelle un partito mosso da istanze genocide
fondate su una filosofia diabolica e anticristiana a scapito dei deboli,
concepita dai forti: principi, re, direttori di fondazioni, megaspeculatori,
intrallazzatori alla Peccei, comici miliardari (o semplicemente flaccidi
poveracci che si sentono padroni del mondo quando siedono davanti a un computer
con la pancia piena, e che costituiscono lo sprovveduto elettorato del
movimento).
La rete a Cinque Stelle è
inevitabilmente un percorso di morte, perché gli esseri umani sono soltanto di
impiccio, destinati ad essere sacrificati a miliardi perché gli abitanti del
pianeta si riducano al livello desiderato dai poteri forti antiumani, secondo
il copione satanista gnostico già propalato un secolo fa da Helena Petrovna
Blavatsky e consimili lemuri dei movimenti teosofici: satana, il serpente della
Genesi sarebbe il vero creatore e benefattore dell’umanità, il brillante e
radioso Lucifero che apre gli occhi all’“automa” fatto da Jehovah; e ciò
sarebbe rispecchiato dal mito di Prometeo che ruba il fuoco a Zeus per darlo
agli uomini. Il video caricato su YouTube il 27 giugno 2007 proclama: “L’uomo è
Dio, è ovunque, è chiunque, conosce ogni cosa. Questo è il nuovo mondo di
Prometeus.” Ecco un inno gnostico al sogno luciferino/prometeico, promessa
eterna di ogni magia, esoterismo, yoga, culto orientale, satanismo.
Ciò è pienamente conforme
alle farneticazioni del guru dell’esoterismo moderno, Aleister Crowley,
pubblicate nel “Libro delle Legge” del 1876: “ora saprete che il sacerdote
prescelto e apostolo dello spazio infinito è la Bestia principe-sacerdote, e
alla sua donna chiamata la Donna Scarlatta è dato tutto il potere. Essi
raduneranno i miei figli dentro il loro ovile: essi porteranno la gloria delle
stelle nei cuori degli uomini”. Evidente il “febbrile riferimento
all’Apocalisse giovannea” (p. 285). È una concezione demoniaca, che non sbocca
nell’ateismo (un’idiozia alla quale i primi a non credere sono i cosiddetti
atei), ma nella religione satanista, l’adorazione del figlio della perdizione,
dell’anticristo, il cui obiettivo è distruggere l’immagine di Dio nell’uomo,
per poter meglio distruggere l’uomo stesso. I servi della Bestia pensano forse
di farla franca, o di vivere in eterno?
Nel suo odio contro la
Chiesa, Casaleggio persegue lo scimmiottamento elettronico dell’onniscienza e
dell’onnipresenza divina: un mondo elettronico, decarnalizzato, come per i
catari e molti altri eretici, che vedevano il mondo materiale come una prigione
da cui fuggire, creato da un dio malvagio, che avrebbe costretto l’uomo nella
caduca dimensione terrena. Alla fine del video “Prometeus” appare il simbolo
massonico de “l’occhio della Provvidenza”.
Nel video “Gaia, il futuro
della politica”, Casaleggio prospetta l’incubo del Nuovo Ordine Mondiale, senza
nazioni, dominato da un unico potere che, con l’occhio massonico, spia,
controlla, rende schiavi i cittadini, e anela a sterminarli, con “totale
indifferenza verso la dignità dell’uomo, ridotto a cifra morta, spendibile come
meglio aggrada al potere. Una concezione antropologica agli antipodi del
cristianesimo” (p. 141). Un mondo ineludibile che copre tutta la Terra,
realizzato attraverso la rete, mentre ciò che rifiuta la rete è morte,
violenza, scontro insensato. Gaia non è altro che l’inferno in terra. In tutto
ciò non è azzardato vedere un segno della grande tribolazione e
dell’anticristo. Per carità, solo un segno, perché il vero anticristo, secondo
le rivelazioni private a grandi veggenti come Maria Valtorta e la Beata
Caterina Emmerich, sarà un grand’uomo, grande nel bene dapprima e poi, dopo
essersi corrotto, grandissimo nel male, e non un qualsiasi omiciattolo
capelluto, delirante in internet.
È possibile che in qualcosa
Cespuglio Urlante abbia ragione? Ad esempio, sono propenso a dargli ragione
quando nega che esistano prove certe sui collegamenti fra AIDS e virus HIV (p.
36). Infatti molti casi di AIDS si verificano senza che sia presente l’HIV,
tanto che gli “scienziati”, per evitare l’imbarazzo di spiegare questa piccola
discrepanza con la teoria del HIV come causa dell’AIDS, hanno inventato
un’altra sigla: ITL, appunto l’AIDS in assenza di HIV. E si conoscono casi di
gente positiva al test dell’HIV ma che non ha l’AIDS, e campa per decenni senza
ammalarsi; infine, dietro al problema AIDS stanno giganteschi interessi
costituiti di grandi scuole americane di ricerca medica e di case
farmaceutiche. Sembra quindi che, almeno su questo punto, Grillo abbia ricevuto
la giusta imbeccata. Ma questo cosa cambia? È inevitabile che un individuo
scatenato, che attacca tutto e tutti, finisca per imbroccare ogni tanto
qualcosa di giusto. Ciò non modifica il giudizio negativo sul personaggio e
tanto meno sulle politiche tanatofile e criminali di cui è burattino. Se mai è
l’eccezione che conferma la regola.
Piuttosto è il caso di
chiedersi, come fa Dal Bosco, se quella di Grillo e Casaleggio sia una setta, e
la risposta sembra essere positiva (pp. 155-156). Tre sono, secondo lo
psichiatra Robert Jay Lifton, le caratteristiche di una setta apocalittica: 1)
il guru diventa oggetto di adorazione superiore rispetto ai principi religiosi
(e infatti l’autorità di Grillo è in continua collisione con i principi del
M5S, sia per le sue continue intromissioni nella vita del Movimento, sia per le
sue personali faccende come miliardario pregiudicato e pluriomicida); 2)
elementi di “riforma del pensiero” (con l’accento sulla critica, l’autocritica,
la confessione dei propri errori gestita in modo programmato, le continue
smentite a cui sono costretti i parlamentari grillini, il cui mandato non
coincide con quello pubblico ma va rinnovato ciclicamente con l’atto della
votazione in rete); 3) sfruttamento economico (tre quarti dello stipendio di
parlamentari e consiglieri regionali finiscono al Movimento, cioè a Grillo e
Casaleggio). Secondo Dal Bosco, un ulteriore elemento a questo proposito è il
progetto di villette anti-atomiche e anti-batteriologiche e il mini-fortino in
Costarica, altrettanto anti-atomico e anti-batteriologico, posto a quota di
sicurezza in vista del mitico innalzamento del livello marino.
La setta non esita a
ricorrere all’inganno per gonfiare artificialmente il proprio seguito: il 43,9%
dei follower (seguaci) Twitter di Cespuglio Urlante è in realtà costituito dai
cosiddetti “bot” (account falsi). Il fenomeno, del resto, è diffuso e ben noto:
uno studio americano ha affermato che il 70% dei 29 milioni di seguaci Twitter
di Lady Gaga è fasullo, e anche il 30% dei 19 milioni di seguaci Twitter di
Barack Obama. In Italia sono falsi il 33% dei 150.000 seguaci Twitter di
Antonio Di Pietro (a lungo cliente della Casaleggio & Associati), e il
31,61% di quelli di Nichi Vendola, e pure un 31% di quelli di Pierluigi Bersani
(p. 164). L’autore dell’indagine sui falsi seguaci Twitter è il Professor Marco
Camisani Calzolari, dell’Università IULM di Milano, che ha ricevuto minacce di
querela da parte di Cespuglio Urlante e attacchi di cyber-squadrismo da tutti i
siti controllati dalla Casaleggio & Associati, con insulti, minacce, mail-bombing (invio di un numero enorme
di e-mail ad un unico indirizzo in modo da paralizzarlo) e diffusione del suo
indirizzo e dei suoi dati personali. Questo tipo di teppismo di rete è noto
come “trollismo”, da “troll”, i mostri carnivori e repellenti abitanti nelle
caverne, inventati dal folklore nordico.
Ogni minimo attacco a
Cespuglio Urlante su internet scatena una valanga di commenti quasi tutti di
sostegno al personaggio, con tecniche di manipolazione della pubblica opinione
che sono all’ordine del giorno alla Casaleggio & Associati. Puntuale il
commento di Dal Bosco: “Capiamo insomma cosa sia in realtà il M5S: esso è
l’alba della trollocrazia, l’alba dei troll al potere (...) e con tutta la loro
lagna irosa, la loro superficialità umana, la loro pochezza culturale e morale,
la loro demenza antisociale. Le persone che riversano il loro automatico,
solitario malanimo su blog e forum, ora hanno finalmente un partito da votare.
Il partito dell’odio del XXI secolo, il partito del risentimento.” (p. 165).
Un partito che, se dovesse
prevalere, instaurerebbe la più tragica e irreversibile dittatura o, come la
chiama Dal Bosco, “la grande truffa della Jamahiriyya elettronica” (p. 173).
Cespuglio Urlante mira ad instaurare il referendum permanente, in cui il
cittadino dovrebbe votare al posto dei deputati. Bel programma: la democrazia
diverrebbe una burletta, dominata da oligarchi e plutocrati, ma con il popolo
convinto di essere al comando. I risultati del voto sarebbero manipolati a
piacimento secondo gli interessi dei poteri forti, e gli ordini dovrebbero
essere accettati senza fiatare, perché sarebbe come se ce li fossimo dati da
soli. Le stesse discussioni politiche in rete sarebbero certamente manipolate:
esistono a questo proposito numerose ben collaudate tecniche di web-infiltration, di cui la Casaleggio
& Associati è espertissima: attacchi di autenticazione, attacchi di
autorizzazione, upload, iniezione di
codice, attacchi database.
Non a caso, tutto questo
orrore a Cinque Stelle ha ricevuto nel 2013 l’autorevole sostegno
dell’ambasciatore statunitense David Thorne, in perfetta linea con lo status
dell’Italia come paese a sovranità limitata. Il Thorne ha invitato a cantare a
Roma, per l’Europride del 2011, la “signora” Germanotta, in arte Lady Gaga, che
ha potuto cantare l’inno omosessuale “Born this way” proprio in faccia al
Vaticano. Evidentemente l’ambasciatore della superpotenza prepotente ha le
spalle ben coperte e chiarissime istruzioni sul da farsi (p. 230).
Negli Stati Uniti si sta
applicando l’Agenda 21 dell’ONU, un piano diabolico che mira alla distruzione
del ceto medio, alla formazione di una società neofeudale di pochi ricchissimi
signoreggianti su un proletariato drogato dall’illusione di “ascensori sociali”
veicolata dai reality show televisivi
(“partecipare al ‘Grande Fratello’ e diventare qualcuno”); la mistificazione
ecologica viene usata come cortina di fumo per un piano che pervade l’intera
vita sociale. Se ne occupa una ONG, la ICLEI (International Council of Local
Environmental Initiatives), creata a New York nel 1990, che porta le direttive
internazionali fin dentro i piccoli comuni. L’Agenda 21 viene quindi applicata
a livello locale come un vero programma di pulizia etnica, con piani di
zonizzazione territoriale miranti a portare via la gente dalla campagna, fuori dalle
case private e dentro i condomini, con i ciclisti trasformati in truppa
d’assalto contro le automobili e l’industrializzazione, raggruppati in
organizzazioni come “Critical Mass, che occupa sistematicamente le strade con
stormi di cicli per impedire il traffico con altri mezzi”. (p. 253).
“Il lavoro per cui l’ICLEI è
profumatamente pagato dal contribuente, è quello di spingere determinate policy con affinate campagne di lobbying sui poteri locali. Come quella
riguardante la protezione del clima, per la quale si dovrebbe riportare il
consumo mondiale di energia ai livelli pre-1985. Ciò che fu pensato nei salotti
globali 30 o 40 anni fa, viene ora applicato ai nostri comuni (...) grazie ai
volontari M5S, alle loro urla, ai Meetup, alle demagogie assassine con cui
Grillo e Casaleggio riempiono il vuoto dei loro attivisti-automi.” (p.259).
Va aggiunto che Cespuglio
Urlante e il suo burattinaio non avrebbero tanto ossigeno se non fosse per
l’appoggio della casta universitaria che propaga, con dubbie ricerche pseudoscientifiche,
il nefasto slogan malthusiano “Siamo troppi” e l’ambientalismo criminale,
rafforzando quindi la mistificazione antiumana del Club di Roma, delle Cinque
Stelle e dei loro complici. Il Dragone della falsa scienza è il principale
supporto della Bestia anticristica del potere.
Confesso di essere cascato
anch’io nella trappola ambientalista e darwinista, dopo un soggiorno negli USA
come borsista Fulbright, nel quale ho subìto il classico lavaggio del cervello,
con relative farneticazioni pseudo-pedagogiche. Ben presto, però, ho cominciato
a rendermi conto dell’inganno: non solo tutto ciò è scientificamente errato, ma
profondamente disonesto, perché i terroristi dell’ambiente, spaventando la
gente, si accaparrano soldi e visibilità, mentre lo scienziato serio che
dimostri l’assurdità dell’ecocatastrofe non attira finanziamenti e, bollato
come traditore dell’avida corporazione, diventa rapidamente inviso ai lemuri
che scaldano le mal acquistate cattedre. Chissà perché, non mi è neppure venuto
in mente di attaccarli con metodi “troll”. Li ho affrontati a viso aperto, e
credo fosse l’unica cosa da fare.
Anche Dal Bosco affronta gli
spettrali nemici dell’umanità a viso aperto. Meriterebbe una cattedra
universitaria, ma i lemuri accademici non gliela offriranno mai. Si può solo
ammirarlo e consigliargli di guardarsi le spalle.
EMILIO
BIAGINI
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