venerdì 5 settembre 2014

La perfetta formula dell'amara, inarrestabile decrescita

Aborto, sodomia, eutanasia, burocrazia, politicheria 

La perfetta formula dell'amara, inarrestabile decrescita

 La crepuscolare Liguria, ad esempio. Negli anni Sessanta contava un milione e ottocentomila abitanti, i quali godevano di un apprezzato e dignitoso benessere. Era appena iniziato il cammino della Dc in direzione della catastrofe progressista, l'involuzione profeticamente annunciata dal cardinale arcivescovo Giuseppe Siri. Politici, sociologi e tuttologi prevedevano, tuttavia, una naturale crescita della popolazione e un conseguente  felice sviluppo dell'economia. 
 Mezzo secolo è trascorso. La Liguria, rotti i freni della morale cattolica, che fu difesa dal compianto cardinale Siri, conta un milione e duecentomila abitanti, afflitti da una vertiginosa decrescita e da una triste e  desolata prevalenza di anziani seminfermi e badati.
Pio XII impone la berretta cardinalizia a Giuseppe Siri
 All'appello mancano i seicentomila giovani, i concepiti che l'egoismo folle ha gettato nella pattumiera delle cliniche abortiste.
 Seicentomila scommesse sul futuro, seicentomila produttori di beni. Seicentomila ragioni di speranza sono state sacrificate al più abbietto e demenziale egoismo.
 La medicina abortista trionfa mentre la cinofilia sostituisce l'amore materno: i marciapiedi delle città liguri - normalmente sporchi e sconnessi - sono frequentati da giovani donne accompagnate da cani anziché da bambini.
 Su tutti i liguri, vecchi e giovani, intanto grava il peso di una burocrazia tronfia, gonfia e famelica. Imperterrite la burocrazia e la fiscalità avanzano: negli anni dello spopolamento i dipendenti pubblici si sono moltiplicati come i funghi sotto la pioggia agostana.
 La decrescita e l'angosciante incremento dell'età media della popolazione, fattori di regresso associati alla spaventosa estensione del tumore oscurantista e sprecone/forchettone a sinistra, hanno causato il brusco abbassamento del tenore di vita e l'annebbiamento della speranza nel futuro.
 Decrescita felice, sussurrano i pensatori rannicchiati nelle grotte della sinistra gongolante, mangiona e jettatoria.
 Le statistiche e la memoria storica, invece, annunciano un doloroso e umiliante cammino, indirizzato alla scomparsa della popolazione ligure (e italiana, del resto) e il sopravvento di stranieri più o meno civilizzati, più o meno sani, più o meno intenzionati a faticare onestamente
 Un tempo gli storici insegnavano un'ovvia verità: il controllo delle nascite, sempre associato a vizi ripugnanti e a turpi delitti, produce la degradazione e l'estinzione dei popoli.
 Il compianto dai fedeli (ma censurato dai teologi aggiornati), don Dario Composta, ha scritto un magistrale  saggio sulla pederastia quale causa della fine ingloriosa dell'antica e già illustre Sparta.
 Oggi don Dario potrebbe scrivere un saggio sulla finalità thanatofilo della politica intesa ad affermare e festeggiare l'orgoglioso primato del piacere contro natura. 

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 Non sarebbe sensato affermare che il danno recato alla nazione italiana dal governo tedesco dell'economia è trascurabile, benché la politica tedesca si riveli obbediente al pensiero ineconomico (virtuoso) degli strozzini occidentali.
 Tuttavia  occorre riconoscere che il patibolo antieconomico, allestito della imperiosa e poco simpatica cancelliera Angela Merkel, non è la principale causa della crisi in atto.
 Finché il governo italiano non si renderà conto che la causa regina della decadenza nazionale è la denatalità, il qualunque provvedimento inteso a sostenere l'economia sarà destinato ad affondare nel mare delle patetiche conferenze stampa tenute da Matteo Renzi, allevatore dei favolosi muli emanatori di monete d'oro.
 La rinascita dell'Italia può e deve pertanto cominciare dall'abolizione delle demenziali, delinquenziali e masochistiche leggi, che penalizzano la famiglia e aggrediscono ferocemente la vita.
 Si tratta di leggi concepite da burattini del delirio mortifero galoppante nelle banche americane e applaudito dalla passione pornografica urlante nelle feste giovanili, cioè nei ritrovi dei contagiati dalle malattie mentali, generosamente seminate dai francofortesi e dai californiani. Delirio - uscita dal solco del senso comune - che ha impestato e depravato l'Occidente.
 L'inno di tale delirio è la canzone idiota e blasfema di John Lennon, apologia del binomio irreligione & depravazione e profezia della passione subumana e allucinata, che frequenta i quartieri della notte occidentale.

 Se la politica italiana non esce dal lupanare ideologico, costruito dal disonesto delirio, che incendiava la mente del duo Fortuna-Baslini e li istigava ad avvelenare e disgregare la comunità civile e a ghigliottinare le vite nel grembo materno, la decrescita infelice continuerà ad allargare le brecce cimiteriali, attraverso le quali sta passando il popolo dei migranti alternativi ai vuoti prodotti dalla sterilità nazionale. 

Piero Vassallo

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