Aborto,
sodomia, eutanasia, burocrazia, politicheria
La perfetta formula
dell'amara, inarrestabile decrescita
La
crepuscolare Liguria, ad esempio. Negli anni Sessanta contava un milione e
ottocentomila abitanti, i quali godevano di un apprezzato e dignitoso
benessere. Era appena iniziato il cammino della Dc in direzione della
catastrofe progressista, l'involuzione profeticamente annunciata dal
cardinale arcivescovo Giuseppe Siri. Politici, sociologi e tuttologi
prevedevano, tuttavia, una naturale crescita della popolazione e un
conseguente felice sviluppo
dell'economia.
Mezzo
secolo è trascorso. La Liguria, rotti i freni della morale cattolica, che fu
difesa dal compianto cardinale Siri, conta un milione e duecentomila abitanti,
afflitti da una vertiginosa decrescita e da una triste e desolata prevalenza di anziani seminfermi e badati.
Pio XII impone la berretta cardinalizia a Giuseppe Siri |
Seicentomila
scommesse sul futuro, seicentomila produttori di beni. Seicentomila ragioni di
speranza sono state sacrificate al più abbietto e demenziale egoismo.
La
medicina abortista trionfa mentre la cinofilia sostituisce l'amore materno: i
marciapiedi delle città liguri - normalmente sporchi e sconnessi - sono
frequentati da giovani donne accompagnate da cani anziché da bambini.
Su
tutti i liguri, vecchi e giovani, intanto grava il peso di una burocrazia
tronfia, gonfia e famelica. Imperterrite la burocrazia e la fiscalità avanzano: negli anni dello
spopolamento i dipendenti pubblici si sono moltiplicati come i funghi sotto la
pioggia agostana.
La
decrescita e l'angosciante incremento dell'età media della popolazione, fattori
di regresso associati alla spaventosa estensione del tumore oscurantista e sprecone/forchettone
a sinistra, hanno causato il brusco abbassamento del tenore di vita e
l'annebbiamento della speranza nel futuro.
Decrescita
felice, sussurrano i pensatori rannicchiati nelle grotte della sinistra
gongolante, mangiona e jettatoria.
Le
statistiche e la memoria storica, invece, annunciano un doloroso e umiliante
cammino, indirizzato alla scomparsa della popolazione ligure (e italiana, del
resto) e il sopravvento di stranieri più o meno civilizzati, più o meno sani,
più o meno intenzionati a faticare onestamente
Un
tempo gli storici insegnavano un'ovvia verità: il controllo delle nascite,
sempre associato a vizi ripugnanti e a turpi delitti, produce la degradazione e
l'estinzione dei popoli.
Il
compianto dai fedeli (ma censurato dai teologi aggiornati), don Dario
Composta, ha scritto un magistrale
saggio sulla pederastia quale causa della fine ingloriosa dell'antica e
già illustre Sparta.
Oggi
don Dario potrebbe scrivere un saggio sulla finalità thanatofilo della politica
intesa ad affermare e festeggiare l'orgoglioso primato del piacere contro
natura.
r
Non
sarebbe sensato affermare che il danno recato alla nazione italiana dal governo
tedesco dell'economia è trascurabile, benché la politica tedesca si riveli
obbediente al pensiero ineconomico (virtuoso) degli strozzini occidentali.
Tuttavia occorre riconoscere che il patibolo
antieconomico, allestito della imperiosa e poco simpatica cancelliera Angela
Merkel, non è la principale causa della crisi in atto.
Finché
il governo italiano non si renderà conto che la causa regina della decadenza
nazionale è la denatalità, il qualunque provvedimento inteso a sostenere
l'economia sarà destinato ad affondare nel mare delle patetiche conferenze
stampa tenute da Matteo Renzi, allevatore dei favolosi muli emanatori di monete
d'oro.
La
rinascita dell'Italia può e deve pertanto cominciare dall'abolizione delle
demenziali, delinquenziali e masochistiche leggi, che penalizzano la famiglia e
aggrediscono ferocemente la vita.
Si
tratta di leggi concepite da burattini del delirio mortifero galoppante nelle
banche americane e applaudito dalla passione pornografica urlante nelle feste giovanili,
cioè nei ritrovi dei contagiati dalle malattie mentali, generosamente
seminate dai francofortesi e dai californiani. Delirio - uscita dal solco del
senso comune - che ha impestato e depravato l'Occidente.
L'inno
di tale delirio è la canzone idiota e blasfema di John Lennon, apologia del
binomio irreligione & depravazione e profezia della passione subumana e
allucinata, che frequenta i quartieri della notte occidentale.
Se la
politica italiana non esce dal lupanare ideologico, costruito dal disonesto
delirio, che incendiava la mente del duo Fortuna-Baslini e li istigava ad
avvelenare e disgregare la comunità civile e a ghigliottinare le vite nel
grembo materno, la decrescita infelice continuerà ad allargare le brecce
cimiteriali, attraverso le quali sta passando il popolo dei migranti alternativi
ai vuoti prodotti dalla sterilità nazionale.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento