Per l'approvazione
in parlamento della riforma della Costituzione, che cambia il Senato rendendo
la Camera dei deputati il solo organo legislativo, sicché con l'entrata in
vigore della legge elettorale (Italicum) il partito che prende più voti avrà la
maggioranza assicurata, i partiti contrari a Renzi hanno gridato al colpo di
stato, all'introduzione di un regime autoritario, antidemocratico,
all'instaurazione di una sorta di dittatura.
Osservo che:
1) La
democrazia, specie quella oggidì concepita dai suoi accreditati interpreti e
dal sentimento comune, è un sistema politico marcio alla radice, in quanto
contiene il principio dell'ingiustizia (uguaglianza etica e uguali capacità di
giudizio degli elettori, nessuna valida qualificazione degli eletti) nonché la
causa della corruzione politica, sociale e morale. Sarebbe superfluo mettere in
fila i punti di tale degrado insito nel metodo (costituzione), cui la prassi non
può rimediare.
Basti dire che durante i 70 anni di
parlamentarismo italiano si sono avute le peggiori leggi che ci si potesse
attendere (divorzio, aborto, diritto di famiglia e chi più ne ha più ne metta),
mentre il governo ha prodotto o permesso la rovina dei costumi, l'invasione
degli immigrati, la mafia, la droga in quantità intollerabili, e altre
nefandezze.
2) Il
discredito gettato su qualsiasi regime autoritario comporta una menomazione
insanabile. Infatti ci si priva di un modello storico, realistico (compatibile
con le sane tradizioni, la moralità, la Religione) e si entra nella ferrea sfera
delle illusorie perfezioni democratiche.
Condannare a priori l'autoritarismo è un errore grave. L'autoritarismo può
essere cattivo o buono, ma quello buono è il solo in grado di risollevare le
sorti civili, specie nelle attuali contingenze.
3) È
deleterio far dipendere il regime da instaurare da un qualsiasi progressismo,
evoluzionismo o storicismo. Al di fuori della partitocrazia, della plutocrazia,
delle conventicole che dirigono i governi da dietro le quinte, al di fuori di
questo perverso impero progressista, soltanto uomini idonei possono cambiare le
cose in senso positivo, ed essi hanno la capacità di andare contro qualsiasi
corrente con largo consenso.
Ovviamente, ridotta la democrazia, esiste il
pericolo che il potere vada nelle mani di un Renzi o di qualcuno come lui, e
che perciò il rimedio diventi, lì per lì, peggiore del male. Tuttavia la
possibilità di governare uscendo dalle pastoie del parlamentarismo, degli
interessi particolari fatti prevalere sul bene comune, eliminando i tradimenti
dei deputati, ecc. non va disprezzata, anzi è l'unico scampo che attualmente si
presenti. Ma c'è di più: la cattiva prova data dall'esecutivo non potrà evitargli
la caduta, e il successivo Presidente del Consiglio potrebbe essere quello
augurato.
Piero
Nicola
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