Già si sapeva che l'opposizione all'errore dogmatico,
alla quale certi prelati in carica avevano dato inizio, era una battaglia
perduta in partenza. Fin da subito, essi erano sprovvisti della necessaria
fermezza. Non si accusa un errore grave senza accusare l'errante che persevera
in esso promuovendolo e senza separarsi da lui. Diversamente, se ne viene fuori
proprio male.
In ogni modo, avrebbe dovuto apparire strano
che uomini responsabili d'aver accettato gli sviamenti introdotti dal Concilio
e le loro successive applicazioni e amplificazioni, potessero acquistare la
stoffa di convertiti, tornati a marciare nell'unica via chiara, netta e
possibile.
Come nei nostri ambienti è stato detto e
dimostrato, il motu proprio sulla
riforma del processo canonico per le sentenze di nullità del matrimonio ha
prevaricato sul sinodo per la famiglia, attualmente in corso, mettendolo di
fronte a un provvedimento che apre la porta al cosiddetto divorzio cattolico, convalidato
da una chiesa da fumetti americani. Infatti, affidare le prove della nullità
alle dichiarazioni dei coniugi, in base alla loro coscienza, e al breve giudizio di vescovi sovente
progressisti, equivale a rendere lo scioglimento religioso del vincolo una
sorta i presa in giro. Ricordiamo che, in seguito a un'ambiguità conciliare,
fine primo del matrimonio è diventato l'amore degli sposi, sicché esso venendo
meno data l'incertezza di tale sentimento, necessariamente anche il matrimonio
assume un carattere provvisorio, aleatorio.
Dopo il bergogliano "chi sono io per
giudicare?" riferito ai sodomiti e alle lesbiche, il tema della famiglia
sarà facilmente toccato anche dalla questione del gender. Come ignorare che uno dei coniugi possa cambiare sesso, o
semplicemente il sentimento del proprio sesso? Il marito potrà sentirsi donna e
la moglie uomo. Ma vi saranno altri argomenti di discussione inerenti all'ambito
familiare e relativi all'omosessualità.
Inoltre, resta la faccenda della Comunione da
accordarsi ai divorziati risposati, cui si connette il generale problema di
conferire il Sacramento ai pubblici peccatori, ivi compresi gli omosessuali
dichiarati.
Adesso, la tivù ci informa che un'eletta di vescovi e cardinali ha inviato
una lettera, pubblicata da un organo di stampa, per rappresentare a Bergoglio
le sue riserve in merito all'instrumentum
laboris da discutere al sinodo.
Il sinodo ha avuto inizio, la risposta del
destinatario rimane ignota, nessuno dei partecipanti all'assemblea ha ricusato
il seggio assegnatogli, né ha avanzato reclami preliminari. La sconfitta di
quei bene intenzionati è completa, prima ancora che compaia del tutto evidente.
Chi sperava che ci fosse un'impugnazione del
documento all'ordine del giorno, o che sarebbe stato oggetto di contestazioni
durante le sedute, si metta l'animo in pace. Soltanto un miracolo potrebbe far
sì che qualche padre tolga i piedi dalla putredine raffinata, profumata, e calciando
la getti contro il banco della presidenza, affinché ci se ne renda conto.
La notizia della lettera speranzosa trascorre
nel silenzio dei suoi redattori, i quali, davanti al marcio dell'instrumentum (che è la messa in
discussione di un dogma!) e dell'interferenza preventiva messa in atto col motu proprio, avrebbero dovuto pentirsi coram populo di non aver da lunga pezza
esecrato la prima macchinazione e poi, denunciando la seconda, avrebbero dovuto
disertare il losco convegno, oppure entrarvi per screditarlo pubblicamente.
Invece, a quanto pare, alcuni firmatari della
missiva - che il Vaticano si è affrettato a dichiarare perturbatrice e immotivata - si sono tirarti
indietro, mentre i sicuri autori scompaiono.
Risultato: una vittoria della falsa
misericordia che, ben guardandosi dal tradursi in responsabili e chiare
definizioni dogmatiche, predica l'eresia definendola, nei fatti, con
l'obbligare le coscienze e con la prassi del governo curiale. Una vittoria
completa degli usurpatori, prodotta altresì dalla memoria timidamente inviata a
Bergoglio e venuta alla luce: ecco la libera espressione dei prelati! ecco i
debiti ripensamenti! ecco l'opportuno silenzio degli sconsigliati! Ecco come
tutto ciò avrà da ripetersi in avvenire.
Piero
Nicola
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