Mi limito al fatto dell'ammissione ai sacramenti
dei divorziati risposati e in generale degli adulteri e dei concubini notori
(gli altri falli commessi riguardando: l'eresia della naturale disposizione del
genero umano alla salvezza, ovvero un germe di grazia salvifica in tutti; la
giustizia dei poteri politici vigenti; il concetto di gender; la validità delle false religioni e culture in ordine alla
salvezza; il regime dei matrimoni misti o con infedeli; la funzione missionaria
e pastorale della famiglia cattolica; l'omissione della condanna,
dell'ammonizione e altre gravi omissioni, specie riguardo alla grazia e ai
sacramenti; l'abolizione del marito capofamiglia; ambiguità circa l'amore
coniugale; l'abolizione del primo fine del matrimonio; ambiguità circa la
pianificazione familiare; il parallelo tra famiglia cristiana e Trinità;
presenza e funzione della donna nella formazione dei sacerdoti, la pena di
morte, ecc.)
Ecco i
passi riguardanti la prima faccenda:
"Desideriamo prestare ascolto alla loro [dei membri familiari]
realtà di vita e alle loro sfide, ed accompagnarli con lo sguardo amorevole del
Vangelo".
"Desideriamo accompagnare le famiglie [...] dando loro coraggio e
speranza a partire dalla misericordia di Dio".
"Occorre accogliere le persone con comprensione e sensibilità
[sempre omessa l'autorità del ministro di Cristo e l'ammonizione fraterna]
nella loro esistenza concreta, e saperne sostenere la ricerca di senso [omesso
lo scopo della vita, eventualmente da insegnare]".
"Nell'ottica della fede non ci sono esclusioni: tutti sono amati da
Dio e stanno a cuore all'agire pastorale della Chiesa".
Pur
riconoscendo il sacro vincolo del matrimonio, essendovi "rottura" del
vincolo: "senza sminuire il valore dell'ideale evangelico, bisogna
accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita
[vaghezza e omissioni inaccettabili] delle persone che si vanno costruendo
giorno per giorno [...] A tutti deve giungere la consolazione e lo stimolo dell'amore
salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni persona [ignorata la
dottrina della grazia]".
"Sappiano i pastori che, per amore della verità sono obbligati a
ben discernere le situazioni. (FC, 84)".
"Sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità
delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le
persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione".
Cristo
illumina "la cura pastorale della Chiesa verso i fedeli che semplicemente
convivono o che hanno contratto matrimonio soltanto civile [concubini] o sono
divorziati risposati [adulteri]. La Chiesa si volge con amore a coloro che
partecipano alla sua vita in modo imperfetto: invoca con essi la grazia della
conversione, li incoraggia a compiere il bene, a prendersi cura con amore l'uno
dell'altro e a mettersi al servizio della comunità nella quale vivono e
lavorano".
"Nelle Diocesi si promuovano percorsi di discernimento e
coinvolgimento di queste persone, in aiuto e incoraggiamento alla maturazione
di una realtà consapevole e coerente. Le coppie devono essere informate sulla
possibilità di ricorrere al processo di dichiarazione della nullità del
matrimonio".
Se i
concubini o gli adulteri sono pubblici
(come appare inevitabile, perché ammessi nella comunità ecclesiale), la cura
delle loro anime dovrebbe essere manifesta onde evitare lo scandalo; ma ciò è
oggetto di omissione.
Circa
l'annullamento del matrimonio, il nuovo processo stabilito da Bergoglio è
inammissibile, con ragione può chiamarsi
divorzio cattolico. Ne fanno fede
autori come Roberto De Mattei.
"Quando l'unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un
vincolo pubblico [...] può essere vista come un'occasione da accompagnare verso
il sacramento del matrimonio, laddove questo sia possibile". Per questi
casi "è molto cresciuta la consapevolezza che è necessaria una fraterna e
attenta accoglienza [...] verso i battezzati che hanno stabilito una nuova
convivenza dopo il fallimento del matrimonio sacramentale; in effetti, queste
persone non sono affatto scomunicate" (Bergoglio, 5.8.2015).
Si
introduce l'immorale criterio per cui le circostanze che diminuiscono la colpa
e il danno del peccato grave (concubinato, adulterio) lo renderebbero altra
cosa: se ne potrebbe considerare veniali
la colpa e il danno.
Infatti,
adulteri e concubini sono"coloro che hanno smarrito la rotta e si trovano
in mezzo alla tempesta".
Si
insiste sul "discernimento pastorale delle situazioni".
Il
concubinato di vario genere va "affrontato in maniera costruttiva,
cercando di trasformarlo in opportunità di cammino di conversione verso la pienezza
del matrimonio e della famiglia alla luce del Vangelo".
I
concubini possono aspirare a formare una famiglia "aperta al bene della
comunità ecclesiale e all'intera società".
Il
Battesimo di "persone che si trovano in una condizione matrimoniale
complessa" può darsi col "discernimento pastorale commisurato al loro
bene spirituale".
Con qualsiasi tipo di famiglia: starle accanto
e, secondo i casi: ascoltare in silenzio; indicare la via; seguire, sostenere e
incoraggiare.
"Arte dell'accompagnamento".
"I
recenti Motu Proprio Mitis Iudex Dominus
Iesus e Mitis et Misericors Iesus hanno
condotto a una semplificazione delle procedure per la eventuale dichiarazione
di nullità matrimoniale".
"I battezzati che sono divorziati e
risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei
diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo [e come?]. La
logica dell'integrazione è la chiave del loro accompagnamento pastorale, perché
non soltanto sappiamo che appartengono al Corpo di Cristo che è la Chiesa, ma
ne possono avere una gioiosa esperienza [...] Lo Spirito Santo riversa in loro
doni e carismi [essendo costoro in peccato mortale e privi della Grazia!] per
il bene di tutti. La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi
ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione
attualmente praticate nell'ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale
possano essere superate [...] possono vivere e maturare come membra vive della
Chiesa".
"I
pastori [...] sono obbligati a discernere le situazioni". Considerare
"quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e
sono stati abbandonati del tutto ingiustamente" e "coloro che hanno
contratto una seconda unione in vista dell'educazione dei figli [un'azione
intrinsecamente cattiva non si giustifica col perseguimento d'un bene
qualsivoglia!] e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il
precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato
valido". Quindi, "accompagnare le persone interessate sulla via del
discernimento".
"Il giudizio su una situazione
oggettiva non deve portare a un giudizio sulla 'imputabilità soggettiva'".
Questo principio distrugge il governo e la
giustizia, nondimeno della Chiesa.
"Abbiamo il coraggio di accogliere con
tenerezza le situazioni difficili e i problemi di chi ci sta accanto, oppure
preferiamo le soluzioni impersonali, magari efficienti ma prive del calore del
Vangelo?"
Merita un accenno la fuggevole trattazione
del gender:
L'"ideologia del gender" costituisce una "sfida culturale". "La
rimozione delle differenze [...] è il problema [sic!], non la soluzione"
(Bergoglio, 15.4.2015).
"Nella visione della fede, la differenza
sessuale umana porta in sé l'immagine e la somiglianza di Dio". Uomo e
donna sono immagine di Dio, la coppia per arricchimento reciproco - anche nella
fede - capisce sino in fondo "che cosa significa essere uomo e
donna".
"Secondo il principio cristiano, anima e
corpo, come anche sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso
(gender), si possono distinguere, ma non separare".
"La Chiesa ribadisce che ogni persona,
indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, vada rispettata nella sua
dignità [dignità è concetto ambiguo]
e accolta con rispetto, con la cura di evitare 'ogni marchio di ingiusta
discriminazione'".
Omessa la giusta discriminazione, omesso il
danno possibile.
Concludendo, credo si possa convenire con
Roberto De Mattei che il sinodo abbia violentato la morale cattolica. Ma credo
di poter aggiungere che tale violazione riguardi anche i dogmi corrispondenti,
ossia le imprescindibili disposizioni che il Signore diede ai pastori del
gregge.
Piero
Nicola
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