Oggi
si festeggia la vittoriosa insurrezione del popolo partigiano contro il tedesco
invasore e contro i fascisti suoi alleati.
La intoccabilità di tale storia è garantita da
sacre leggi, da noi rispettate. I crimini della Germania, in special modo lo
sterminio di ebrei e russi del tutto innocenti, non sono in alcun modo
giustificabili.
Tuttavia circola – sotto traccia - il
deprecato dubbio sull'efficacia e la bontà dell'insorgenza partigiana, dubbio a
suo tempo sollevato dal cardinale Giuseppe Siri, angosciato spettatore della
guerra civile.
Siri scrisse e pubblicò nel bollettino della
Curia genovese, una testimonianza finalizzata a ridimensionare il contributo
dei partigiani genovesi alla cacciata della robusta e temuta guarnigione
tedesca.
La verità testimoniata da Siri contempla un
indisturbato e quasi totale sgombero della temibile guarnigione tedesca
(incalzata dall'esercito americano) e rare fucilate partigiane all'indirizzo
delle retroguardie tedesche.
I cinegiornali squillanti all'epoca mostrano
la sfilata dei tedeschi intrappolati in città e fatti prigionieri dai
partigiani.
Nei telegiornali erano invece rare e caute le
rievocazioni degli atti di giustizia sommaria e di oltraggi ai vinti o alle
loro salme, gesti compiuti dagli insorgenti dopo il 25 aprile del 1945.
Insorgenza... Il compianto storico Raffaele
Francesca ha dimostrato che il cannone tedesco, protagonista della (presunta)
battaglia di Genova, era un reparto della prima guerra mondiale, abbandonato perché
inutilizzabile. Un cannone rottamato è l'unica, seria prova della
battaglia di Genova.
Il silenzio è intanto calato sulla memoria dei
quindicimila fascisti fucilati dai partigiani nella radiosa primavera del
quarantacinque (Togliatti dixit) – a seguito di sentenze pronunciare da “tribunali
del popolo”.
E' superfluo rammentare che fra le vittime
della vittoriosa giustizia si contarono italiani non schierati politicamente
(fra loro anche bambini e bambine) ma oggetto di rancori e invidie
personali.
Perché è impossibile uscire dal giro vizioso
intorno alla guerra civile scritta soltanto dai vincitori? Perché si ritiene
ragionevole che a distanza di oltre settanta anni i successori degli italiani
vincenti nel 1945 (grazie all'incombere degli alleati americani) non abbiano sciolto il nodo stretto dalla
memoria rancorosa?
La Spagna, teatro di una guerra civile ben più
feroce di quella italiana, ha edificato un tempio, nella Valle dei Caduti, in
cui sono raccolte le salme delle vittime delle due fazioni in lotta spietata.
Perché i vincitori della guerra civile italiana giudicano impossibile un tale
atto di pacificazione? Perché la nostra memoria storica non può essere
disintossicata?
Luigi D'Amico
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