Marco
Solfanelli, intrepido capofila dell'editoria fedele alla verità cattolica, ha
proposto in questi giorni una nuova serie di Controrivoluzione, la
prestigiosa e indomita rivista
fiorentina, fondata e diretta da Pucci Cipriani, uno fra i più autorevoli e
generosi testimoni della tradizione italiana oltre che scrittore obbediente
alle severe leggi della bella lingua.
Controrivoluzione è erede e ideale
continuatrice delle prestigiose riviste fiorentine – Il regno, La Voce, Il
Leonardo, Lacerba - che hanno agitato e rinnovato la cultura italiana traendola
dalla morta gora del positivismo e allontanandola dalle sentenze liberali
sputate dal papa laico Benedetto Croce.
Il fascicolo numero 124 della prestigiosa e
magnifica rivista controrivoluzionaria propone uno scintillante fondo del
direttore e articoli di Massimo Viglione, Domenico Rosa, Domenico del Nero,
Stefano Colombo, Roberto Dal Bosco e Gianandrea de Antonellis.
Coerente con la formula del visconte Louis de
Bonald, intesa ad afferma il primato “dei diritti di Dio rispetto a quelli
dell'uomo”, il direttore Cipriani propone un patriottismo
realistico, indenne dalle elucubrazioni massoniche e giacobine, in cammino
nella palude liberale e pseudo destra, dunque un patriottismo realistico,
conforme all'idea tradizionale di Terra dei Padri: “secondo la definizione
di Monsieur Charette, la Patria per noi sono le nostre case, la terra in cui ci
sono le tombe dei nostri avi, i nostri villaggi … mentre per i giacobini la
Patria è nella testa, per noi è sotto i nostri piedi”.
In tal modo Pucci indica la via d'uscita dal
labirinto ideologico in cui si aggirano gli esponenti della destra velleitaria
e confusionaria, macchina che avanza per effetto del pistone italiano e
retrocede per il contraccolpo causato dal pistone massonico.
La destra missina, infatti, si è dimostrata
incapace di distinguere e separare l'amor di patria dal nazionalismo, ideologia
di stampo giacobino e marsigliese. Tale incapacitante confusione
ha messo in scena la comica finale, il goffo e servile volo di Fini
nell'uccelliera quirinalizia.
Massimo Viglione pubblica due interessanti
saggi. Il primo, intitolato Il Papa re, celebra la memoria del Beato Pio
IX rivendica la dottrina che stabilisce il primato dell'autorità cattolica,
rammentando che “il Papa è re perché vicario in terra di Colui che è Re dei
Re, Re dell'universo e Signore del Creato”. Il secondo saggio stabilisce la
continuità delle rivolte del 1848 con le disgraziate insorgenze in Germania
(nel 1517) e e in Francia (nel 1789).
Magnifico il saggio Forteto oltre l'abisso,
di Roberto Dal Bosco, giovane
e sagace erudito cui è affidato il ruolo di capofila dell'intrepido popolo costituito dagli
irriducibili fedeli alla tradizione italiana.
Dal Bosco introduce lo scabroso/spaventoso
argomento della pedofilia praticata nella comunità progressista del Forteto e
incensata dallo squillante delirio progressista, e cita, al proposito, una
sentenza di Bartolomeo Giarrosi detto il Brandano, che descriveva (con
quattrocento anni di anticipo) la follia galoppante nei nostri giorni: “Quando
le carrozze viaggeranno senza cavalli, quando le donne porteranno la cresta
come i galli, quando le macchie saranno giardini, sarà un vivere da assassini”.
Assassini
dell'anima sono gli educatori progressisti al lavoro nella comunità del
Forteto: “dove i bambini venivano portati a fare sesso con i genitori affidatari
dello stesso sesso, una sorta di pseudo-incesto omofilo. Rodolfo Fiesoli, il
vero dittatore della Comune, gode di una primazia sessuale sugli efebi che vi
vivono. I bambini vengono disconnessi totalmente dalle famiglie di origine,
vengono sfruttati in turni di lavoro massacranti, battuti, umiliati
pubblicamente in allucinanti riti di autocritica”.
Parallelo
all'infamia della pedagogia/pederastia trionfante nel Forteto corre la
conclamata connivenza di una porzione di
un partito (il PCI-PDS-DS-PD) e della casa editrice bolognese Il Mulino e il
silenzio dei cattolici fiorentini.
Commenta Dal Bosco: “Una rete fitta,
immensa. Inspiegabile. Una rete che ha coperto uno dei più grandi orrori che la
storia recente conosca”.
Completano il nuovo fascicolo della rivista di
Cipriani interessanti saggi di Domenico Rosa (José Borgès martire controrivoluzionario)
di Domenico del Nero (Leopoldo
tra storiografia e documenti autografi) di Stefano Colombo (La
massoneria in Toscana, dove tutto ebbe inizio) e di Gianandrea de
Antonellis (Chiesa e scienza in Europa nel secolo XVIII).
La
rivista in vendita a euro 6,00 può essere ordinata scrivendo alla redazione
c/o
Gruppo Editoriale Tabula Fati
Via Colonnetta 148
66100 Chieti
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