La destra nel
labirinto
La casa
editrice del Borghese pubblica un saggio di Mario Bozzi Sentieri, La destra nel
labirinto Cronache di un anno terribile, che propone, insieme con intriganti
riflessioni sull'ultimo atto, una storia dimezzata della cultura e della
politica di destra.
Oggetto
dell'analisi del pur valido autore è la storia del pensiero avventizio e
fittizio (per dirla con Giovanni Gentile) che si manifestò durante gli anni
successivi alla catastrofe del 1960, ossia la vicenda della dimezzata politica
di Michelini e della sua contraddittoria e stentata riedizione ad opera di
Giorgio Almirante.
Il
dimezzamento della storia della destra contempla purtroppo il taglio feroce
delle radici culturali del Msi, ossia la rinuncia all'ingente eredità del
migliore fascismo, quello rappresentato da filosofi, economisti e storici
epurati, quali Carlo Costamagna, Carmelo Ottaviano, Gioacchino Volpe, Attilio
Tamaro, Armando Carlini, Nicola Petruzzellis, Balbino Giuliano, Camillo
Pelizzi, Giorgio Del Vecchio, Ernesto Massi, Marino Gentile, Duilio Susmel,
Guido Manacorda, Ardengo Soffici, Vittorio Vettori, Barna Occhini, Nicola
Cimmino ecc..
Bozzi
Sentieri dimentica altresì i geniali giornalisti che divulgarono le ragioni
della destra post-fascista (non antifascista) vale a dire: Franco De Agazio,
Marco Ramperti, Asvero Gravelli, Ezio Maria Gray, Piero Caporilli, Giovanni
Tonelli, Alfredo Cucco, Ernesto De Marzio ecc..
La
storia della sventura a destra secondo, l'interpretazione parziale di Bozzi
Sentieri ha tuttavia il merito di far risalire le cause della fine ingloriosa
di Alleanza Nazionale alla fragilità della cultura polifrenica ereditata dal
Msi. Una cultura oscillante tra le interpretazioni rautiane della marginalità
di Evola nel Ventennio, il progetto (oggettivamente incuboso) di attuare una
sintesi (anacronistica) tra la destra confusionarie e la sinistra
avviata/incamminata al seguito del radical chic.
La
destra che aderì al progetto liberale di Berlusconi era gravata da un'eredità
culturale schizoide e incapacitante e da una incontenibile, cieca voglia di
successo. Orfana degli studiosi epurati da Almirante & Plebe (Enzo Erra,
Giano Accame, Fausto Gianfranceschi, Fausto Belfiori ecc.) non era in grado di
saltare sul carro del liberalismo e tuttavia non era più capace di esprimere
una seria critica al mondo moderno.
La nave
finiana seguiva la rotta indirizzata al naufragio da un liberalismo modificato
in libertinismo a "mano rampante" da pensatori del livello di
Fiorito.
Quale
alternativa alla destra fiorita Bozzi Sentieri propone un'esperienza
politica diversa da quella inaugurata a Fiuggi nel 1995. Se non che i
"richiami identitari" del partito Fratelli d'Italia, cui egli
aderisce, sono alquanto vaghi e pittoreschi: Italo Balbo e Giorgio Almirante,
Goffredo Mameli e Salvo D'Acquisto, Adriano Olivetti e Corto Maltese.
Imbarazzante
è anche l'immaginazione di uno "spazio culturale", in cui si
dovrebbero incontrare, senza ombra di una ragione identitaria, Franco
Cardini, Stefano Zecchi, Roberto De Mattei, Vittorio Sgarbi, Pietrangelo
Buttafuoco, Luca Barbareschi, Marcello Veneziani, Gianfranco De Turris, ecc.
Nello
scenario babilonese disegnato da Bozzi Sentieri può trovare spazio anche la
coppia Fini - Tulliani.
Piero Vassallo
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