Il nostro governo - in particolare - è tranquillamente
qualificabile pro Sodoma. Il suo operato
mira a rendere la gente italiana degna delle bibliche città che Dio incenerì
per i loro vizi elevati a sistema. Scampiamo al rogo immane perché Renzi &
Compagni non riescono a ridurre a meno di "dieci" (Gen. 18, 32) - in
proporzione forse seimila - gli uomini giusti come Lot. Quella divina giustizia
fu compiuta "perché servisse da esempio a coloro che sarebbero vissuti da
empi" (II Pt. 2, 6). L'empio laicismo, che sta perdendo i sedicenti
cattolici abbandonati alle loro voglie, induce Renzi a dire - mettendo a tacere
certi suoi perplessi correligionari - che ha giurato sulla costituzione, non
sul Vangelo, a proposito della legge sodomitica, la cui approvazione è stata vincolata
alla fiducia posta dal governo. Un'enormità, il renziano argomento, resa
possibile da un governo pastorale sovvertito e dall'abrogata difesa della dottrina
dovuta a un clero usurpatore delle sante cariche.
Nell'Inghilterra della prima metà del
Novecento abitarono figli della Chiesa che ebbero conoscenza e sacro scrupolo
della Legge del Signore. Uno dei massimi scrittori britannici di quel tempo, Evelyn
Waugh, pubblicò nel 1945 Ritorno a
Brideshead, un romanzo di successo. Charles, il protagonista agnostico,
entra in varia relazione con una famiglia della grande nobiltà cattolica
inglese. Universitario, egli coltiva una carissima amicizia con un figlio
cadetto, che diverrà alcolizzato e vagherà per le strade del mondo sino a
riparare come coadiutore laico in un convento tunisino. Sposatosi e tradito
dalla moglie, da cui ha avuto due bambini, il soggetto narrante Charles (viene
in lui alquanto adombrato lo stesso autore) s'innamora della nondimeno maritata
splendida figlia del Lord divenuto miscredente, il quale vive a Venezia da
concubino. Sua moglie (che muore prematuramente), il primogenito e una figlia
minore restano fedeli al loro credo e alla Chiesa, pur con le umane magagne dei
loro caratteri. L'intreccio segue le vicende psicologiche e passionali lungo i
casi della vita. Nella loro inevitabile caducità, s'impone la ricerca d'una
certezza, d'uno approdo, che infine risiede nella religione. La storia si
svolge tra il primo dopoguerra e il Secondo Conflitto mondiale.
Dopo il ritorno all'osservanza del povero
alcolizzato, le cui ricadute nel vizio non potranno impedire un'assoluzione in extremis, sarà la volta del
capofamiglia - rientrato alle prime avvisaglie della guerra nella superba
magione di campagna insieme alla seconda consorte - di affrontare la propria
fine. Al suo rifiuto del prete, nell'orrore della morte imminente, segue la
controversa riproposta degli estremi sacramenti. Ricevutili, il suo farsi il
segno della croce quando sembrava ormai in coma, suggella la conversione per la
salvezza.
Usciti dalla camera, il sacerdote dice
pacifico: "Be', per me è stata una cosa bellissima. Ho visto far così
tante di quelle volte. Il diavolo resiste fino all'ultimo, ma poi la grazia
divina è troppo forte anche per lui".
Poi la bella figlia adultera, in cui il germe
della fede non ha mai cessato di lavorare, sacrifica il suo amore per il
protagonista e il progetto del matrimonio. "Andrò avanti... da sola. Come
faccio a dirti quello che farò? Tu mi conosci a fondo. Sai che non sono fatta
per una vita vissuta nel lutto. Sono sempre stata cattiva. Probabilmente lo
sarò di nuovo, di nuovo sarò punita. Ma quanto peggiore sono, tanto più ho
bisogno di Dio. Non posso tagliarmi fuori dalla sua misericordia. E proprio
questo significherebbe iniziare una vita con te, senza di Lui [...] Mi sono
resa conto che c'era un'unica cosa imperdonabile [...] la cosa che ero sul
punto di fare, che non sono abbastanza cattiva per fare; opporre un bene che
rivaleggi con quello di Dio. Perché a me è concesso di capirlo e non a te,
Charles? Forse per via della mamma, della tata, di Cordelia [la sorella] [....]
perché il mio nome è sempre ricorso nelle loro preghiere; o forse è un patto
segreto tra me e Dio, per cui se rinuncio all'unica cosa che mi sta davvero a
cuore [l'unione amorosa], per cattiva che io sia, non perderà del tutto ogni
speranza con me alla fine".
Ciò accende un barlume di comprensione
nell'innamorato cui si spezza il cuore.
Evelyn Waugh, in altre opere sottile
scrittore satirico, cui si deve tra l'altro Il
caro estinto, si convertì al cattolicesimo - come ebbe a dire - per via di
raziocinio. Chissà se la forza della nostra dottrina oggi gli sarebbe pervenuta
con efficacia? Prima di rendere l'anima nel 1966, all'età dei 63 anni, ebbe a
criticare le innovazioni, specie liturgiche, apportate dal Concilio. Durante la
Guerra d'Etiopia, corrispondente in Abissinia, i suoi articoli vennero
censurati per la sua posizione filo-italiana. Il memoriale Waugh in Abissinia (1936) gli
valse l'accusa di fascista, non avendo nascosto il suo apprezzamento per
Mussolini. Partecipò alla Seconda Guerra mondiale e scrisse una trilogia sulle
sue esperienze (romanzate) e osservazioni di quel periodo. Esse sono una
preziosa fonte di notizie per rifare la storia, in particolare, quella dell'azione
svolta dai partigiani iugoslavi, da Tito e dal governo di Churchill (Resa incondizionata, 1961).
Waugh non costituì affatto un caso isolato di
celebre autore inglese cattolico. Occorre ricordare Ronald Knox (ex prete
anglicano), Graham Greene, G. K. Chesterton.
Piero
Nicola
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