Il fascismo fu uno scandalo
intollerabile, diffamato e deprecato perché dimostrava la possibilità di
sedare, mediante la riforma corporativa, i conflitti sociali, che tormentavano
le società moderne (conflitti purtroppo
rilanciati dall'antifascismo
trionfante e gongolante).
Il governo di Benito Mussolini mise ordine
nella società nazionale, aggiornando e attuando i princìpi della tradizione italiana, che è ordinata al
superamento dei sistemi fallimentari, in tormentosa e infausta circolazione nel
mondo moderno - l'individualista di stampo anglo-americano e il collettivismo
in spettrale attività nelle riserve
dell'ideologia sovietica.
L'Italia del Ventennio fascista era una
nazione all'avanguardia, oggetto di ammirazione (e purtroppo di invidia
spietata) perché aveva attuato la soluzione del conflitto sociale, un male che
il pensiero pre-fascista giudicava invincibile.
La oligarchia di stampo liberale nutriva un'imparruccata,
soffocante superstizione intorno alla mano magica del mercato, la
fantasticheria marxiana rovesciava la speranza dei popoli oppressi in un
patibolo il sogno del paradiso in
terra.
La rivoluzione fascista, vincente sfida alle
ideologie, irritava e inferociva i produttori degli incubi sociali, ma destava,
nella mente degli italiani fedeli all'umile Italia, la
consapevolezza di vivere una straordinaria, esaltante avventura, la rivolta
contro i poteri dell'illusione a due teste matte.
Sagace interprete della storia contemporanea,
Pierfranco Malfettani rievoca le imprese italiane nella seconda guerra
mondiale, alle quali partecipò il fratello di sua madre, Nino Solinas
(1923-1943), un giovane, esemplare fascista di Novi Ligure.
Promettente disegnatore, Nino Solinas rinunciò
alle promesse della sua maestria per arruolarsi, giovanissimo volontario, nelle
Camicie nere. Fu valoroso combattente in Jugoslavia e in Russia, prima di
ammalarsi e di morire a causa di una infezione polmonare, probabilmente causata
dalla ripetuta esposizione alle intemperie.
Edite in Genova dalla libreria editoriale
Sibilla, le lettere di Nino e indirizzate ai familiari in trepida attesa (lettere finalmente
pubblicate in un volume intitolato Noi marceremo sempre avanti) destano
viva commozione nei lettori indenni dall'umiliante influsso del pensiero
atlantico.
Le lettere di Solinas sono proposte agli
italiani che nutrono un ostinato, irriducibile amor di Patria e perciò ammirano
l'eroismo dei valorosi combattenti nella seconda guerra mondiale.
La testimonianza di Nino, infatti, è lo
specchio della passione patriottica, ispirata dalla religione cattolica e
condivisa dalla totalità degli italiani combattenti nella seconda guerra
mondiale.
Al proposito Malfettani rammenta che “Soldato politico, in quanto volontario fascista, Nino dimostra a parole di disprezzare il nemico. … Il massimo del disprezzo Nino lo riserva all'Inghilterra e agli imboscati italiani”.
Al proposito Malfettani rammenta che “Soldato politico, in quanto volontario fascista, Nino dimostra a parole di disprezzare il nemico. … Il massimo del disprezzo Nino lo riserva all'Inghilterra e agli imboscati italiani”.
Nelle lettere del giovane combattente si legge
anche e sopra tutto l'amore per i familiari, un sentimento che la cultura al
potere nel Ventennio fascista aveva incrementato. Vero è che la legge
divorzista, promulgata da una maggioranza disonesta, in vista della
devastazione della civiltà italiana, fu imposto dal voto di una maggioranza
antifascista. A parole indenni dalla colpa fascista i vecchi democristiani
furono infatti obbligati a riconoscere che fondamento della civiltà è il
matrimonio indissolubile.
Piero Vassallo
...vogliono il matrimonio indissolubile (fino al divorzio, beninteso) anche dei gay... ma quando finirà questa discesa agli inferi?... mi sono proprio scocciato, carissimo Piero...
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