lunedì 14 settembre 2015

Il volo di Icaro della nuova teologia

Nella sua predicazione, Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale dell'unione dell'uomo e della donna, quale il Creatore l'ha voluta all'origine: il permesso dato a Mosè di ripudiare la propria moglie era una concessione motivata dalla durezza del cuore; l'unione dell'uomo e della donna è indissolubile, Dio stesso lo ha concluso: Quello Dio ha congiunto l'uomo non lo separi (Mt., 19,6)
 (Catechismo della Chiesa cattolica)

 Quasi figura della stella filante, che, in discesa dal palcoscenico del prestidigitatore, si trasforma in nube di coriandoli, la nuova teologia si affaccia alla finestra della mondana bontà per annunciare la pioggia di larghe, ecumeniche indulgenze sui nuovi matrimoni dei divorziati.
 In data sette settembre del corrente 2015, infatti, l'Ansa fa sapere, che papa Francesco “ha riformato il processo canonico per quanto riguarda la dichiarazione di nullità dei matrimoni, un punto che può dare parziale risposta alla spinosa questione del divieto dei sacramenti ai divorziati risposati”.
 La coda dinamica del post concilio avanza strisciando fino al documento bergogliano, che promette una illogica comunione agli scomunicati.
 Ispirato dalla teologia avventizia, in cammino perpetuo e febbrile contro la stella cometa della tradizione, il documento papale conferma debolmente l'illiceità del divorzio ma benedice, incoraggia e quasi approva i divorziati, ammettendoli al banchetto eucaristico.
 La ferita inflitta alla tradizione dal pugnale ecumenico di Bergoglio è profonda a tal punto che Antonio Socci, uno fra i più autorevoli e moderati scrittori cattolici, sostiene che “il Motu proprio bergogliano potrebbe provocare un nuovo scisma”.
 Lo scisma cattolico, al momento, è sospeso e trattenuto dai timori e dai tormentosi scrupoli del clero refrattario alle ambiguità e agli errori circolanti nella teologia del concilio e del post concilio. Ambiguità ed errori catalogati e magistralmente confutati dal filosofo Paolo Pasqualucci.
 Il disorientamento del magistero intanto procura la gongolante e trionfale eccitazione della deputata post comunista Alessandra Moretti, secondo la quale la riforma di Bergoglio ricalca la legge sul divorzio breve da lei a suo tempo firmata.
 Il giubilante gargarismo della Moretti fa eco al festoso ululato del salotto, scrigno nel quale sono conservati i resti cadaverici delle illuminazioni anticristiane.
 I fedeli si chiedono sbigottiti quale sia il fine perseguito della gerarchia vaticana, in corsa irragionevole ed estenuante contro il vento sollevato dalla divina Provvidenza, per disperdere le ceneri del mondo moderno, fulminato dall'escandescenza ultima di Marcuse e dalla spettrale politica di Obama
 La risposta al dubbio intorno alla s-ragione in corsa nei sacri palazzi, Socci la trova nelle profetiche parole di Suor Lucia di Fatima: “verrà il momento in cui la battaglia decisiva di satana con Cristo sarà il matrimonio e la famiglia”.

 Di qui l'obbligo, incombente sul clero e sul laicato, di resistere al qualunque tentativo di alterare la legge di Dio in nome della pace con i pèallidi fantasmi, che si agitano tra le tombe della modernità e le cripte del modernismo.

Piero Vassallo

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