Parodia dell'autentico ecumenismo, il
cosmopolitismo è generato dall'illuminato rifiuto (cartesiano,
sapinosiano, kantiano, hegeliano, heideggeriano, rahneriano) della verità di
ragione e dalla massonica utopia intorno a una pace universale, che si potrebbe
ottenere magicamente dalla festosa ma innaturale fusione di etnie guidate da
pensieri religiosi e sentimenti tra di loro irriducibili.
L'armonioso
progetto (o sogno o incubo) contempla – in una nuvola esoterica - etnie animate dal risentimento nutrito dalla
memoria di presunti crediti storici, da
riscuotere nei paesi ospitanti, ad esempio la cacciata dei mori dalla Spagna e
la bruciante umiliazione dei turchi a Lepanto,
Il
qualunque uditore della sacra ma non santa musica cosmopolita - cioè iniziatica
- potrebbe facilmente capire che il babelico trasferimento di popoli
appartenenti a culture irriducibili quando non strutturalmente conflittuali, in
un unico territorio può produrre soltanto due incresciosi risultati: o la
tirannia del popolo migrante sul popolo ospitante, o una strisciante guerra di
civiltà e/o di religione.
Purtroppo
il volume della musica iniziatica è talmente alto e pio da confondere
e alterare il pensiero dei comuni uditori e quello dei uditori investiti di
autorità spirituale o politica.
Insieme
con il popolo plagiato dal lacrimoso urlo dei tele-pifferai, la setta onusiana
ha fatto retrocedere all'infanzia utopiana anche capi di governi e deboli
pastori di anime. Coatto dal destino che rovescia la fedeltà alla Casa Bianca
nella figura di Alberto Sordi americano a Roma, Matteo Renzi – la voce
infantile/servile del padrone d'oltre Oceano
- ha sferrato un attacco violento e sciocco (di una piramidale
sciocchezza) contro i cittadini che diffidano degli immigrati islamici,
avanzanti in masse che costituiscono un ideale rifugio per i terroristi.
La
inavvertita malvagità massonica ha messo radice nella indifesa gola del primo
ministro e lo ha persuaso a gridare un enorme insulto al partito del senso
comune.
Imbarazzanti
sono anche i continui, lacrimosi inviti di Bergoglio ai fedeli affinché si dedichino alle finte pratiche di solidarietà
suggerite dalle agenzie della inimica vis.
Gli
scenari proposti dall'alloggio di famiglie islamiche nelle parrocchie e nei
conventi fanno pensare a una promiscuità gravida di furenti liti teologiche da
ballatoio.
Si
ha l'impressione che nello squillante e incontrollato buonismo di Bergoglio si
agiti l'intenzione di dannare la memoria del papa di Lepanto, il preconciliare
San Pio V e di attenuare se non
liquidare la dottrina tradizionale che contempla il Dio fatto carne, cui fu
detto “tu solo hai parole di vita”. Affermazione che esclude il
riconoscimento della verità delle religioni non cattoliche a cominciare da
quella di Maometto.
La
squallida kermesse di Assisi non ha alterato i confini dell'ecumene
propriamente detto. Il buonismo sfrenato ha probabile origine dalla
irragionevole censura delle notizie intorno alla dottrina islamica e ai crimini
da essa ispirati in ogni tempo e luogo.
Nell'incauto
buonismo di Bergoglio appare
l'effetto
della cervellotica censura del magnifico discorso di Benedetto XVI a Ratisbona.
Un atto di autolesionismo conciliare che (temiamo) in futuro sarà pagato
a caro prezzo dai cattolici europei.
Si
osa sperare che la destra apra l'ombrello dell'intelligenza cattolica e si
sottragga alla alluvionale pioggia di suggestioni esoteriche e cripto
massoniche.
I
rumori della confusione ostacolano il cammino di una destra che tenta di uscire
dalla alienazione culturale causata da Armando Plebe e dalla menomazione generale
attuata da Gianfranco Fini.
Non
è infatti pensabile una efficace resistenza alla rovinosa ideologia buonista
che non sia confortata dalla fedelta' alla autentica filosofia politica e alla
genuina tradizione italiana.
Priva
della conoscenza del pensiero di San Tommaso d'Aquino, di Giambattista Vico e
di Cornelio Fabro la cultura e la politica della destra non possono andare
lontano.
L'ostacolo
da affrontare e superare è la distorsione della scienza politica e della morale
compiuta o tollerata dai progressisti cattolici. E' impensabile che la
confutazione dell'ideologia a monte della politica del ragazzo Matteo, sia
attuata da politici formati dall'esercizio comiziale e dalle letture di romanzi
d'area.
Il comizio conforme
al pensiero strutturalmente debole esclude infatti l'esistenza di un solido
fondamento culturale.
Lo
studio della storia della sinistra cristiana (oggi al potere con il suo
ectoplasma Renzi) dimostra l'esistenza di un vasto retroterra, abitato dagli
ispiratori e dai redattori delle riviste Terza generazione, Cronache sociali
e Ricerche [1].
Nella
destra italiana, prima della disgraziata gestione di Fini, militarono studiosi
d'altro profilo, capaci di contrastare efficacemente l'errore
catto-progressista [2].
Ora
la credibilita' e l'efficacia della destra, dipendono dalla capacità di andare
oltre la cultura comiziale e di stabilire un corretto rapporto con i testi
della cultura tradizionale.
Per
abbattere il potere dei neo-comunisti e dei cattolici modernizzanti è
indispensabile colpire il loro piedistallo, che è costituito dal pensiero dei
Maritain, dei Dossetti e dei La Pira.
In
ultima analisi occorre conoscere le fonti del progressismo cattolico e
frequentare assiduamente i testi della antitetica cultura tradizionale.
L'elusione
dello studio serio trascina le velleita' della destra Hobbit nelle sabbie
mobili della quale è affondata la politica almirantiana & finiana.
Piero Vassallo
[1] Fra i tanti autorevoli interpreti si segnalano Jacques
Maritain, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Felice Balbo, Gianni Baget Bozzo,
Claudio Leonardi, Bartolo Ciccardini, Ubaldo Scassellati, Gino Giugni, Claudio Napoleoni,
Franco Rodano.
[2] Balbino Giuliano, Carlo Costamagna,
Marino Gentile, Carmelo Ottaviano, Vanni
Teodorani, Ernesto De Marzio, Gino Sottochiesa, Giuseppe Sermonti, Giano
Accame, Fausto Gianfranceschi, Fausto Belfiori,
Silvio Adorni, Attilio Mordini, Giovanni Torti, Carlo Casalena, Silvio
Vitale, Giuseppe Tricoli, Primo Siena, Roberto De Mattei, Gaetano Rasi, Pucci
Cipriani, Lino Di Stefano, Pietro Giubilo, Marco Solfanelli, Tommaso Romano,
Pino Tosca, Alberto Rosselli, Angelo Ruggiero, Piero Samperi ecc..
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