sabato 12 settembre 2015

Rinoceronti

 Lo stato d'animo degli scalzati buonisti, in marcia onirica sotto il labaro della rivoluzione islamica, attua fedelmente l'impulso del conformismo, in discesa progressiva da emittenze empiamente pie e piamente empie. 
 L'occulta, inconsapevole finalità degli effervescenti cortei e delle devote  escandescenze  si legge nel dramma Rinoceronti, anticipazione quasi profetica delle pie manfrine intorno alla mutazione genetica della Cristianità.
 Scritto da Eugene Ionesco, nell'intento di rievocare la metamorfosi del popolo romeno, affascinato e alterato dall'apparizione di animali ideologici forti e aggressivi quali erano le Guardie di Ferro.
 I rinoceronti, nel testo di Ionesco, sono l'emblema della cultura germanica, nella fase della invadente fascinazione del popolo romeno.
 Curiosamente (e con il cavalleresco rispetto che si deve alla terza carica dello stato italiano) si rammenta che la presidenta Laura Boldrini, in vista dell'auspicata evoluzione antropologica degli italiani, apprezza autorevolmente la opportunità, offerta dall'imitabile modello messo in scena dagli immigrati terzomondiali.
 Sarebbe democraticamente scorretto il ricorso al paragone del Boldrini pensiero con l'ideologia dei rinoceronti romeni, descritti da Ionesco. Tuttavia il rigetto del paragone zoologico contempla  un uso acrobatico e cavalleresco del pensiero.
 Nell'umanissimo giudizio dell'onorevole presidenta Boldrini, infatti, i rinoceronti sono addomesticati e trasformati (da un pio desiderio e da un corretto destino) nella piissima e civilissima figura degli immigrati islamici, portatori di una teologia che si potrebbe facilmente associata al buonismo e al pluralismo democratico in trionfale circolazione nei cortei democratici.
 Purtroppo un vero studioso, il professore Paolo Pasqualucci, in questi giorni ha pubblicato un magistrale saggio in cui si contemplano l'ispirazione aggressiva del Corano e la sua perfetta irriducibilità alla teologia cristiana e alla civiltà dell'Occidente.
 Alla luce di tale inconfutabile documento l'opinione ecumenica della presidenta Boldrini scivola nel parco dei giochi per ragazzi fiorentini, ove il sostantivo fiorentini evoca il delirio sincretista, che tormentava la mente ecumenica di Giorgio La Pira, promotore del memorabile gemellaggio di Firenze e Fez.
 Il lapirismo corre senza freno nel pensiero della sinistra neo femminista, corporazione   ansiosa di nascondere il vuoto emergente dalle teste, promesse a una teologia oscillante tra l'imperioso maschilismo e la rassegnata e incolore femminilità maomettana.
 La corsa dell'Occidente democratico sta per raggiungere il traguardo che gli è assegnato dai poteri forti intravisti da Ionesco: la finestra disperata, dalla quale il protagonista sconfitto dai rinoceronti osserva la corsa trionfale dell'umanità animalizzata.


 Piero Vassallo 

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