Lo stato d'animo degli scalzati
buonisti, in marcia onirica sotto il labaro della rivoluzione islamica, attua
fedelmente l'impulso del conformismo, in discesa progressiva da emittenze
empiamente pie e piamente empie.
L'occulta, inconsapevole finalità degli
effervescenti cortei e delle devote
escandescenze si legge nel dramma
Rinoceronti, anticipazione quasi profetica delle pie manfrine intorno
alla mutazione genetica della Cristianità.
Scritto da Eugene Ionesco, nell'intento di
rievocare la metamorfosi del popolo romeno, affascinato e alterato
dall'apparizione di animali ideologici forti e aggressivi quali erano le
Guardie di Ferro.
I rinoceronti, nel testo di Ionesco, sono
l'emblema della cultura germanica, nella fase della invadente fascinazione del
popolo romeno.
Curiosamente (e con il cavalleresco rispetto
che si deve alla terza carica dello stato italiano) si rammenta che la presidenta
Laura Boldrini, in vista dell'auspicata evoluzione antropologica degli
italiani, apprezza autorevolmente la opportunità, offerta dall'imitabile
modello messo in scena dagli immigrati terzomondiali.
Sarebbe democraticamente scorretto il ricorso
al paragone del Boldrini pensiero con l'ideologia dei rinoceronti
romeni, descritti da Ionesco. Tuttavia il rigetto del paragone zoologico
contempla un uso acrobatico e
cavalleresco del pensiero.
Nell'umanissimo giudizio dell'onorevole
presidenta Boldrini, infatti, i rinoceronti sono addomesticati e trasformati
(da un pio desiderio e da un corretto destino) nella piissima e civilissima
figura degli immigrati islamici, portatori di una teologia che si potrebbe
facilmente associata al buonismo e al pluralismo democratico in trionfale
circolazione nei cortei democratici.
Purtroppo un vero studioso, il professore Paolo
Pasqualucci, in questi giorni ha pubblicato un magistrale saggio in cui si
contemplano l'ispirazione aggressiva del Corano e la sua perfetta
irriducibilità alla teologia cristiana e alla civiltà dell'Occidente.
Alla luce di tale inconfutabile documento
l'opinione ecumenica della presidenta Boldrini scivola nel parco dei
giochi per ragazzi fiorentini, ove il sostantivo fiorentini evoca il delirio
sincretista, che tormentava la mente ecumenica di Giorgio La Pira, promotore
del memorabile gemellaggio di Firenze e Fez.
Il lapirismo corre senza freno nel pensiero
della sinistra neo femminista, corporazione
ansiosa di nascondere il vuoto emergente dalle teste, promesse a una
teologia oscillante tra l'imperioso maschilismo e la rassegnata e incolore femminilità
maomettana.
La corsa dell'Occidente democratico sta per
raggiungere il traguardo che gli è assegnato dai poteri forti intravisti da
Ionesco: la finestra disperata, dalla quale il protagonista sconfitto dai
rinoceronti osserva la corsa trionfale dell'umanità animalizzata.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento