lunedì 7 settembre 2015

LA RIPROVA (di Piero Nicola)

  Di sicuro non era indispensabile. Tuttavia m'è parso un peccato lasciar cadere la cartina di tornasole senza averla immersa nella soluzione: risultata acida, acidissima e schifosa. L'opportunità era imperdibile, perché la porcheria si profuma e si spaccia per bontà genuina.
  Quando qualcuno biasima o addirittura schernisce e insulta un altro per azioni viceversa dignitose e responsabili, quando getta il discredito su un altro che dimostra di distinguersi tra gli uomini migliori, avendo scelto la miglior soluzione possibile, quel tale critico affibbia a se stesso la qualifica che merita, togliendo ogni velame, ogni incertezza su quello che è: l'opposto del galantuomo.
  Viktor Orban, primo ministro d'Ungheria, da tempo difende i valori nazionali e le tradizioni cristiane del suo popolo, pertanto si adopera per difenderlo da invasioni straniere e soprattutto da quelle di genti che mai potranno diventare veri cittadini della sua Patria, mai si integreranno nella vita civile magiara. Nessuna ragione ha diritto di prevalere su questa sacrosanta preservazione dell'integrità. La quale verrebbe altrimenti compromessa secondo un fatto solare: immettere in un corpo omogeneo e organico un corpo estraneo arreca danno, un danno irrimediabile. Gli esempi della storia sono indiscutibili. Le società multietniche, gli stati mosaico sono sempre stati affetti da debolezza e dissipazione. Soltanto le invasioni di sopravvenuti che si convertono (barbari) generano popoli nuovi e ringiovaniti.
  La Chiesa Madre e Maestra ha sempre giustamente evitato i rapporti tra i suoi figli e gli eretici e i diversi erranti. Il motivo è semplice: l'errore, padre del peccato, seduce gli uomini, che sono corruttibili e abbisognano di stare lontani dalle occasioni di caduta. Al termine della santa Messa, la Santa Chiesa faceva recitare: "San Michele Arcangelo, difendeteci nella lotta contro le insidie di satana e degli altri spiriti maligni, che cercano di perdere le anime". Ora, gli strumenti di satana si trovano dappertutto, ma specialmente tra infedeli ed eretici.
  I musulmani applicano tale criterio assolutamente. Non accettano di accogliere alcunché che possa alterare i loro costumi e i loro dogmi.  A casa propria, discriminano gli infedeli. In casa altrui, se mostrano loro benevolenza e relativa accettazione delle leggi, è soltanto per convenienza. Essi danno ingannevolmente a vedere il lato migliore del Corano, ma non accetterebbero mai di elasticizzare Allah, come fanno gli pseudo-cattolici imperanti.
  Invece la malizia invalsa ha escogitato il falso argomento dell'utile libero scambio, della giovevole promiscuità fra i popoli oltremodo differenti, perciò incompatibili tra loro, e ha insidiato le coscienze con la bontà dovuta, con l'umanitaria solidarietà, con la bellezza dei cuori pietosi: tutto questo ritenuto incomparabilmente migliore delle disastrose conseguenze, che esso comporta nondimeno per l'intero genere umano. Donde, le pervertite accuse di egoismo e di nazionalismo rivolte sdegnosamente alla saggezza.
  Non tutta la stampa si avventura a cambiare troppo le carte in tavola, nel suo desiderio di piacere al mondo e di servire i suoi capi, ma quasi tutta l'informazione che conta riporta mezze verità e coltiva i principi che non stanno né in cielo né in terra. Del pari, ci sono giornalisti, intrattenitori televisivi e qualche politico, convinti delle atroci fesserie che vanno riferendo e proclamando. Però la generale sostanza è quella dell'impostura.
  Quantunque la coerenza vorrebbe un Orban deciso a mandare al diavolo l'UE e le sue dottrine, egli, restando nel gioco e alle sue regole (trattato di Dublino), ha preso i legittimi provvedimenti. Ha inteso identificare i presunti profughi. La Germania invece è stata ben poco tedesca. Dopo aver, in precedenza, tergiversato sulle quote di immigrati da accogliere, dopo aver invocato i patti per cui i paesi europei invasi (a causa della loro inconsistenza morale) dovrebbero procedere all'identificazione dei richiedenti asilo, dopo aver infine dichiarato di accogliere soltanto i siriani e qualcun altro, accendendo le loro speranze, si è spaventata dell'esodo in viaggio alla volta delle sue frontiere e ha cambiato idea. Da ultimo, si è spaventata delle accuse che l'Ungheria e nazioni circonvicine le muovevano, e ha dovuto acconsentire all'accoglienza di un afflusso indesiderato. Salvo dichiarare d'opporsi a che si ripeta.
  Ma le fasi della vicenda sono state descritte, dalla stampa e dai politicanti interessati e venduti, in modo vergognoso, con omissioni o gonfiando l'aspetto minore e diminuendo il lato preponderante, secondo consuetudine. I supposti profughi, entrati clandestinamente, hanno preteso di essere trasportati in Austria-Germania senza passare per il convenuto riconoscimento; evidentemente temendo di non poter dimostrare di possedere i requisiti di rifugiati.
  A proposito, avete notato, nelle riprese trasmesse dalle tv, la quantità di giovanotti abili, tra coloro che fuggono dalla guerra? Come chiamarli se non disertori?
  I giornalisti hanno loscamente raccolto le proteste dei facinorosi che inveivano contro le autorità ungheresi, colpevoli, a loro dire, di  metodi inumani e coercitivi, in spregio ai diritti umani. Nel migliore dei casi, si è commentato e ironizzato sulla disorganizzazione e sull'incapacità di attuare le misure programmate.
  Circa il famoso muro, la sua legittimità era pure evidente, dato che il numero di immigrati ricevuti da Budapest aveva toccato il massimo e l'emergenza da fronteggiare era palese. Ma, a cominciare da certi capi di stato, che sarebbero più adatti a fare il sacrestano d'un curato di campagna à la page, è venuto fuori il trito repertorio di esecrazioni contro i muri divisori e i regimi autoritari, per fortuna oggi costretti all'impotenza e a far marcia indietro.
  Non è mera e volgare manovra politica, son cose che gravano su questo residuo di civiltà, che lo tirano più in basso, nel regno dispotico e fetente, dove già si celebra il diritto dei vizi  putridi e dove scorrazzano i loro cortei.
  In effetti, l'Ungheria non ha fatto alcuna marcia indietro. Ha affrontato le circostanze come si doveva. Il suo parlamento ha messo a punto leggi appropriate. Il governo ha escluso di prestarsi ad altri trasporti di invasori, facendo i comodi della Germania & Co. Orban si è recato a Bruxelles a mettere le cose in chiaro, evitando di stringere la mano e certi comandanti dell'UE.
  Queste notizie sono state travisate o riferite di sfuggita, contando sull'effetto prodotto dai pregiudizi ormai inculcati nel vasto pubblico.
  Non dimentichiamo però che Grillo, in particolare, ha sbugiardato gli informatori di regime, e che insieme a lui Matteo Salvini e Giorgia Meloni, contrari alla politica immigratoria di Bruxelles, dispongono di un'importante adesione popolare. Salvini, opponendosi alla propaganda internazionale pro umanitarismo superficiale, montata intorno al bambino gettato cadavere sulla spiaggia, ha addebitato la sua morte (tra le tante altre) all'inerzia degli stati europei, che sarebbero in grado di provvedere, a monte, affinché anche queste sciagure non avvengano. Qualche quotidiano di destra ha osservato che le nazioni mediorientali respingono i profughi o danno loro un deplorevole ricovero in campi di raccolta.
  Ciò non toglie che qui la confusione negli animi sia grande. Bergoglio, col suo moralismo eretico (essendo eresia p.e. il diritto alla libertà religiosa e l'ecumenismo conciliare) gode del favore di ingenti masse e alimenta la malizia fumogena. D'altronde Grillo, la Meloni e la stessa Lega, vogliono leggi immorali e disgregatrici.
  Non v'è tartassato a causa dell'immigrazione o vittima di immigrati che non si premuri di dichiararsi per niente razzista, facendo il gioco dei razzisti al contrario: sostenitori d'una aberrante uguaglianza di etnie disparate e di una comunità babelica e deforme.
  Quasi nessuno cui hanno ucciso un congiunto, osa prendere a calci l'intervistatore che gli domanda se abbia perdonato. Almeno, non si viene a sapere che questo accada. I segni della santa ribellione, della retta insorgenza, restano di là da venire, in mancanza di un capo banditore dell'autentica rettitudine.
  Intanto, l'ipocrisia ben mirata d'Oltre Oceano critica il comportamento dell'Europa, prevede - e, sotto sotto, l'auspica per i suoi fini - vent'anni di trasferimento d'asiatici e d'africani nel Vecchio Continente (come dire: "Rassegnatevi"). Per dimostrare di non starsene con le mani in mano, si comunica d'aver accertato che trentamila mercanti di vite umane hanno così intrapreso un commercio più redditizio dei traffici di droga e di armi (come dire: "Pensateci voi", ma facendo di tutto perché restiamo passivi, alle prese con la nostra crisi multiforme).
  L'Europa delle patrie è tutt'altro che scomparsa, né potrebbe scomparire facilmente. Ognuna ha un bilancio statale, interessi da difendere, una storia, una lingua, tradizioni particolari. Ma il supergoverno UE è elemento unificatore per la dissoluzione delle sovranità e delle integrità, mediante patti comunitari e legiferazione. Lo stesso fine viene perseguito con l'immissione di milioni di stranieri, fomentata da campagne umanitarie preparate da bugiarde carte dei diritti.
  La negazione di questo stato di fatto, qualifica i suddetti baldi incuranti o compiacenti cooperatori dell'impostura.


Piero Nicola

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