Il
responsabile dell'Associazione Voglio
Vivere segnala un caso di tremenda attualità. Una giovane sposa malata di
sla (sclerosi laterale amiotrofica), colpita dalla paralisi di tutti i muscoli,
si è vista minacciata di morte dal marito, determinato ad ucciderla e a
suicidarsi.
Bisogna notare che il morbo le rende i muscoli
inattivi, ma ha lasciato intatte le sue facoltà mentali, ed ella è in grado di
comunicare mediante uno strumento elettronico sensibile ai movimenti della
pupilla, con cui scrive il pensiero, che non può esprimere con la voce, né
comporre usando le mani.
Tatiana
si è salvata mandando un messaggio disperato al proprio fratello, il quale ha
dato l'allarme e ha fatto trasferire la sorella presso di sé. Il marito, dopo
l'arresto e un processo per direttissima, ora è libero, essendogli stato
intimato di non avvicinare la moglie.
Nel
disordine di questa società alla deriva, esistono ancora magistrati che cercano
di far valere la giustizia. Ma quanti altri casi sfuggono al sano controllo?
Tanti soccombono, che potrebbero salvarsi! Gli sventurati che sentono
insopportabile il peso delle loro disgrazie, non hanno nessuno cui chiedere
soccorso, se non rivolgendosi alla cultura del suicidio e dell'omicidio, giustificato
da una pietà falsa ed empia, rivolgendosi a un mostro che gode di libera
cittadinanza, persino di onori e benemerenze internazionali.
E per
quanto tempo ancora il progresso delle leggi mortifere e della pietà spietata non
introdurrà i crimini sollecitati dal partito radicale, benemerito e benedetto
nelle persone dei suoi maggiori esponenti Pannella e Bonino?
L'eutanasia d'una donna incosciente fu consentita da un capo dello
stato, quella d'un uomo cosciente e volente, ricevette l'approvazione degli
orientatori dell'opinione pubblica. Con simili esempi, sotto tali colpi, il
codice penale è finito nella polvere e, dopo aver subito il calpestamento, è
pronto per l'infame sua riforma.
Si dirà
che il mondo vide anche di peggio. Ma il peggio sta altrove, sta nei
calpestatori, che dico: nei falsificatori! della Legge di Dio. Sì, perché vuoi
l'omissione di opporla agli erranti e di ricordarla al gregge cattolico, vuoi
il credito prestato a coloro che predicano e rivendicano il diritto a disporre
della vita umana molto sofferente, sono la peggiore delle infedeltà, sono un
flagello più nefasto della manifesta eresia o opera di corruzione, essendo
perpetrato da gente che occupa il posto dei rappresentanti del Signore sulla
terra.
Non si
insiste mai abbastanza denunciando il deserto di verità e di salvezza operato
con la messa in non cale del principio di non contraddizione, con il dichiarato
mantenimento della dottrina di Cristo e la sua effettiva distruzione dovuta a
gonfiati, invasivi criteri di misericordia e di mani tese. L'instaurata
tirannia dell'abusata misericordia (dialogo obbligatorio interreligioso e con
gli empi; rispetto dovuto agli erranti irriducibili e al virus delle credenze
di perdizione) trova ora la sua consacrazione nel giubileo della misericordia, che sputa in faccia alla Giustizia
divina e alla stessa Carità.
Perciò è
normalissimo che giornalmente (molti casi non vengono riportati dagli organi
d'informazione) il più forte della coppia afflitta o disastrata, malata di
cancro, di gelosia, d'indigenza, uccida il consorte o l'amante. Dio è morto,
per lui. La ragione di vita e di speranza finiscono qui, nella valle di
lacrime. Il Nulla impera.
L'uomo
pieno di sé, divinizzato dai suoi maestri divinizzati da se medesimi, quell'uomo
cui oggi si grida che fare un segno sul braccio col pennarello, per una ragione
di pratica e necessaria utilità, è un affronto indicibile recato alla sua degna
persona, questa creatura di Dio preda dell'adulazione tributata ai pagani divi
imperatori, è avviato ad accarezzare il suicidio e l'omicida eutanasia dallo
stesso giubileo della misericordia,
dal veniente compromesso stabilito tra le più sessualmente incredibili coppie
di fatto e la coppia d'Adamo ed Eva.
Piero Nicola
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