“Nella sua predicazione, Gesù ha insegnato senza
equivoci il senso originale dell'unione dell'uomo e della donna, quale il
Creatore l'ha voluta all'origine: il permesso dato a Mosè di ripudiare la
propria moglie era una concessione motivata dalla durezza del cuore; l'unione
dell'uomo e della donna è indissolubile, Dio stesso lo ha concluso: Quello
Dio ha congiunto l'uomo non lo separi (Mt., 19,6)
(Catechismo
della Chiesa cattolica)
Quasi figura
della stella filante, che, in discesa dal palcoscenico del prestidigitatore, si
trasforma in nube di coriandoli, la nuova teologia si affaccia alla finestra
della mondana bontà per annunciare la pioggia di larghe, ecumeniche indulgenze
sui nuovi matrimoni dei divorziati.
In data sette settembre del corrente 2015,
infatti, l'Ansa fa sapere, che papa Francesco “ha riformato il processo
canonico per quanto riguarda la dichiarazione di nullità dei matrimoni, un
punto che può dare parziale risposta alla spinosa questione del divieto dei
sacramenti ai divorziati risposati”.
La coda dinamica del post concilio avanza
strisciando fino al documento bergogliano, che promette una illogica comunione
agli scomunicati.
Ispirato
dalla teologia avventizia, in cammino perpetuo e febbrile contro la stella
cometa della tradizione, il documento papale conferma debolmente l'illiceità
del divorzio ma benedice, incoraggia e quasi approva i divorziati, ammettendoli
al banchetto eucaristico.
La ferita inflitta alla tradizione dal pugnale
ecumenico di Bergoglio è profonda a tal punto che Antonio Socci, uno fra i più
autorevoli e moderati scrittori cattolici, sostiene che “il Motu proprio
bergogliano potrebbe provocare un nuovo scisma”.
Lo scisma cattolico, al momento, è sospeso e
trattenuto dai timori e dai tormentosi scrupoli del clero refrattario alle
ambiguità e agli errori circolanti nella teologia del concilio e del post
concilio. Ambiguità ed errori catalogati e magistralmente confutati dal
filosofo Paolo Pasqualucci.
Il
disorientamento del magistero intanto procura la gongolante e trionfale
eccitazione della deputata post comunista Alessandra Moretti, secondo la quale
la riforma di Bergoglio ricalca la legge sul divorzio breve da lei a suo tempo
firmata.
Il giubilante gargarismo della Moretti fa eco
al festoso ululato del salotto, scrigno nel quale sono conservati i resti
cadaverici delle illuminazioni anticristiane.
I fedeli si chiedono sbigottiti quale sia il
fine perseguito della gerarchia vaticana, in corsa irragionevole ed estenuante
contro il vento sollevato dalla divina Provvidenza, per disperdere le ceneri
del mondo moderno, fulminato dall'escandescenza ultima di Marcuse
e dalla spettrale politica di Obama
La risposta al dubbio intorno alla s-ragione
in corsa nei sacri palazzi, Socci la trova nelle profetiche parole di Suor
Lucia di Fatima: “verrà il momento in cui la battaglia decisiva di satana
con Cristo sarà il matrimonio e la famiglia”.
Di
qui l'obbligo, incombente sul clero e sul laicato, di resistere al qualunque
tentativo di alterare la legge di Dio in nome della pace con i pèallidi
fantasmi, che si agitano tra le tombe della modernità e le cripte del
modernismo.
Piero Vassallo
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