La libertà
è interna all'uomo, è principio del suo essere, dell'essere capace del bene e
del male. Non esiste coercizione che possa sopprimerla. Però la coercizione può
far danno e può giovare. Nessun consorzio civile fa a meno di leggi cogenti.
D'altronde le leggi possono consentire l'illecito e renderlo obbligatorio.
Dunque la libertà non è per niente un valore
assoluto. Dirlo sembra scontato; sono tutti d'accordo. Resta il fatto che, in
effetti, l'aspirazione alla libertà negli umani, decaduti a causa del peccato
originale, li tenta con il grillo dell'amor proprio, della presunzione e con le
basse voglie. Ne approfittano i demagoghi adulatori, che esaltano il prossimo
facendogli intendere d'essere nato giusto ed uguale, padrone di sé e già
ingannato dagli antichi preti, dai moralisti parrucconi, i quali hanno speculato
sulla credulità per signoreggiare sul popolo.
Così la malizia, coadiuvata dalla dubbia ignoranza,
da una illusoria e corriva rivendicazione dei diritti e della giustizia, ha
scalzato il Vero, occupandone il trono. In nome del libero disporre di se
stessi spettante a ciascuno, si è instaurata la tirannia più mascherata e più
funesta.
Costretti dalla coerenza e dalla convenienza,
i potenti con i loro satelliti sfamano il vizio della licenza (spacciata per
diritto) ormai instillato nella gente, mediante licenze crescenti e nuove, come
fa lo spacciatore con il drogato. Ma questo è un drogato inconsapevole, più o
meno speranzoso, che si beve il beneficio del libero progresso, delle conquiste
scientifiche (in mano ai guastatori), è un tossicomane che, costretto dalle architettate
ristrettezze materiali e dalle pene conseguenti a un'esistenza viziata, vive e
muore senza aver reagito.
La parolona vaga, tutt'altra da quella sì cara a Dante, cioè distruttrice dei sacri
vincoli e promettente meraviglie paradisiache (leggi: luciferine), venne usata
fin dai tempi antichi. Dall'origine della società, la malizia dovette assumere
anche la forma della seduzione liberale. Mosè ricorse a Dio per combattere
l'insubordinazione, che appartiene all'abuso del libero arbitrio. Gli stati più
solidi, quello romano, conobbero la minaccia delle divisioni civili. Menenio
Agrippa ricorse all'apologo del corpo umano organizzato, per sedare i conati liberali
della plebe, nondimeno invidiosa del nobile costume.
Le rivoluzioni furono spesso libertarie. La
pestifera Rivoluzione Francese levò l'insegna della sporca libertà, sorella
della menzognera uguaglianza e della falsa fraternità. L'ipocrita filantropia
massonica imperversò allo stesso modo facendo strage di anime deboli e
indebolite. La libertà divenne un
concetto equivoco, divenne oscena essendo legata all'arbitrio legalizzato,
democraticamente riconosciuto a chiunque, di giudicare e decidere in merito
alle leggi ed al governo.
Verrebbe da domandarsi se l'orgiastica
miseria delle masse, liberate
dall'onore e dal freno che assicura la salute interiore, possa destare il
disgusto e condurre a una fine. Dopo il divorzio, l'aborto, la pornografia, il libertinaggio,
le varie pratiche contro natura, il matrimonio omosessuale, l'adozione del gender, il disfacimento della famiglia,
le aberrazioni dell'animalismo, il viagra per uomini e per donne, le droghe
liberalizzate, l'immigrazione selvaggia, dopo le effettive porte aperte ai
fraudolenti, alle mafie grandi e piccole, e qualcos'altro ancora, che cosa
resta da inventare? Avendo il Cielo permesso tanto castigo, quale ulteriore
sprofondamento nella fogna, e quale Provvidenza?
Tutto trascorre nel mondo, svolgendosi
secondo le umane volontà e l'insondabile giustizia del Signore. Forse oscuri e
pii sacrifici, sconosciuti meriti e impetrazioni, consentiranno il risollevarsi
d'una moltitudine. Non è forse vero che ci sono state risparmiate diverse
possibili catastrofi, p.e. la guerra atomica, e che, ultimamente, il terrorismo
avrebbe qui già da tempo potuto mietere vittime, causare disastri? I kamikaze,
i droni giocattolo adoperati come bombardieri, gli attentati batteriologici, i
contagi, accidentali o voluti, di terribili morbi, ci sono stati risparmiati da
una divina disposizione che ha paralizzato la libertà del nemico, e poco
importa che esso abbia dichiarato guerra all'Italia.
Piero
Nicola
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