“Resta saldo il
principio che la legittimità politica non si confonde con
la legittimità morale: la maggioranza non
prevale onestamente quando
sancisce qualcosa contrario alla legge di Dio:
la democrazia non
cambia la verità come non cambia il corso del
sole, il ciclo dei venti
e delle piogge”.
Card. Giuseppe Siri, in Renovatio, gennaio-marzo
1974.
La ministra della pubblica istruzione, la
moralista Stefania Giannini, glottologa iniziata alla politica dallo stimato
professor Mario Monti, minaccia di passare alle vie legali contro chi parla di
teoria gender a proposito del progetto educativo del governo Renzi.
La minaccia della ministra è apprezzabile
perché incontra la diffusa aspirazione dei genitori italiani ad escludere
l'adozione di testi scolastici, che approvano e in qualche modo incoraggiano la
pederastia e il lesbismo. I testi proibiti dalla solere ministra aprirebbero
generose piste ai pedofili, che interpretano e praticano assiduamente la
libertà predicata dai venerati maestri del progressismo francofortese e
californiano.
Purtroppo la doverosa e apprezzata
assicurazione della dotta ministra Giannini circa l'esclusione della
letteratura omofila dalla scuola italiana, si scontra con l'ideologia dominante
nell'area progressista e nel parlamento europeo.
La cultura europea, infatti, è discesa al
livello di una filosofia, che, ove fosse lecito l'uso del linguaggio
politicamente scorretto e irrispettoso di Aristofane, si potrebbe definire
espressione del bruciore pederastico.
Ora il delirio pederastico è purtroppo attivo
nelle solenni direttive europee, che prevedono “la sensibilizzazione sulle
discriminazioni di genere anche attraverso un'adeguata valorizzazione della
tematica nei libri di testo”.
In parole refrattarie al pensiero burocratico:
la lingua del legislatore europea batte dove il vizio vuole.
La fermezza etica della severa Giannini è
inoltre contrastata e menomata dalla recente sentenza della Corte
costituzionale italiana, che ha autorizzato una persona a cambiare
l'indicazione anagrafica del sesso senza esigere la indispensabile
documentazione.
Argomento principe della rivoluzionaria
sentenza è il riconoscimento di tre componenti dell'identità sessuale: il
corpo, l'auto percezione e il ruolo sociale. In altre parole: l'ideologia
obbliga il sesso ad attraversa il fiume che separa la carne dal pensiero.
L'etica repubblicana sta purtroppo scendendo
dal cielo della severità costituzionale al sottosuolo dell'avanspettacolo
trionfante negli anni sessanta, quando il noto comico Fanfulla anticipava le
ragioni della libertà sessuale proponendo la figura del sodomita vestito da
marinaio, che, avvistato il periscopio di un sommergibile, gridava e invocava
Siluratemi! Siluratemi!
Piero Vassallo
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