Di sicuro non era indispensabile. Tuttavia
m'è parso un peccato lasciar cadere la cartina di tornasole senza averla
immersa nella soluzione: risultata acida, acidissima e schifosa. L'opportunità
era imperdibile, perché la porcheria si profuma e si spaccia per bontà genuina.
Quando qualcuno biasima o addirittura
schernisce e insulta un altro per azioni viceversa dignitose e responsabili,
quando getta il discredito su un altro che dimostra di distinguersi tra gli
uomini migliori, avendo scelto la miglior soluzione possibile, quel tale
critico affibbia a se stesso la qualifica che merita, togliendo ogni velame,
ogni incertezza su quello che è: l'opposto del galantuomo.
Viktor Orban, primo ministro d'Ungheria, da
tempo difende i valori nazionali e le tradizioni cristiane del suo popolo,
pertanto si adopera per difenderlo da invasioni straniere e soprattutto da
quelle di genti che mai potranno diventare veri cittadini della sua Patria, mai
si integreranno nella vita civile magiara. Nessuna ragione ha diritto di
prevalere su questa sacrosanta preservazione dell'integrità. La quale verrebbe
altrimenti compromessa secondo un fatto solare: immettere in un corpo omogeneo
e organico un corpo estraneo arreca danno, un danno irrimediabile. Gli esempi
della storia sono indiscutibili. Le società multietniche, gli stati mosaico
sono sempre stati affetti da debolezza e dissipazione. Soltanto le invasioni di
sopravvenuti che si convertono (barbari) generano popoli nuovi e ringiovaniti.
La Chiesa Madre e Maestra ha sempre
giustamente evitato i rapporti tra i suoi figli e gli eretici e i diversi
erranti. Il motivo è semplice: l'errore, padre del peccato, seduce gli uomini,
che sono corruttibili e abbisognano di stare lontani dalle occasioni di caduta.
Al termine della santa Messa, la Santa Chiesa faceva recitare: "San
Michele Arcangelo, difendeteci nella lotta contro le insidie di satana e degli
altri spiriti maligni, che cercano di perdere le anime". Ora, gli
strumenti di satana si trovano dappertutto, ma specialmente tra infedeli ed
eretici.
I musulmani applicano tale criterio
assolutamente. Non accettano di accogliere alcunché che possa alterare i loro
costumi e i loro dogmi. A casa propria,
discriminano gli infedeli. In casa altrui, se mostrano loro benevolenza e relativa
accettazione delle leggi, è soltanto per convenienza. Essi danno
ingannevolmente a vedere il lato migliore del Corano, ma non accetterebbero mai
di elasticizzare Allah, come fanno gli pseudo-cattolici imperanti.
Invece la malizia invalsa ha escogitato il
falso argomento dell'utile libero scambio, della giovevole promiscuità fra i
popoli oltremodo differenti, perciò incompatibili tra loro, e ha insidiato le
coscienze con la bontà dovuta, con l'umanitaria solidarietà, con la bellezza
dei cuori pietosi: tutto questo ritenuto incomparabilmente migliore delle
disastrose conseguenze, che esso comporta nondimeno per l'intero genere umano.
Donde, le pervertite accuse di egoismo e di nazionalismo rivolte sdegnosamente
alla saggezza.
Non tutta la stampa si avventura a cambiare
troppo le carte in tavola, nel suo desiderio di piacere al mondo e di servire i
suoi capi, ma quasi tutta l'informazione che conta riporta mezze verità e
coltiva i principi che non stanno né in cielo né in terra. Del pari, ci sono
giornalisti, intrattenitori televisivi e qualche politico, convinti delle
atroci fesserie che vanno riferendo e proclamando. Però la generale sostanza è
quella dell'impostura.
Quantunque la coerenza vorrebbe un Orban
deciso a mandare al diavolo l'UE e le sue dottrine, egli, restando nel gioco e
alle sue regole (trattato di Dublino), ha preso i legittimi provvedimenti. Ha
inteso identificare i presunti profughi. La Germania invece è stata ben poco
tedesca. Dopo aver, in precedenza, tergiversato sulle quote di immigrati da
accogliere, dopo aver invocato i patti per cui i paesi europei invasi (a causa
della loro inconsistenza morale) dovrebbero procedere all'identificazione dei
richiedenti asilo, dopo aver infine dichiarato di accogliere soltanto i siriani
e qualcun altro, accendendo le loro speranze, si è spaventata dell'esodo in
viaggio alla volta delle sue frontiere e ha cambiato idea. Da ultimo, si è
spaventata delle accuse che l'Ungheria e nazioni circonvicine le muovevano, e
ha dovuto acconsentire all'accoglienza di un afflusso indesiderato. Salvo
dichiarare d'opporsi a che si ripeta.
Ma le fasi della vicenda sono state descritte,
dalla stampa e dai politicanti interessati e venduti, in modo vergognoso, con
omissioni o gonfiando l'aspetto minore e diminuendo il lato preponderante,
secondo consuetudine. I supposti profughi, entrati clandestinamente, hanno
preteso di essere trasportati in Austria-Germania senza passare per il convenuto
riconoscimento; evidentemente temendo di non poter dimostrare di possedere i
requisiti di rifugiati.
A proposito, avete notato, nelle riprese
trasmesse dalle tv, la quantità di giovanotti abili, tra coloro che fuggono
dalla guerra? Come chiamarli se non disertori?
I giornalisti hanno loscamente raccolto le
proteste dei facinorosi che inveivano contro le autorità ungheresi, colpevoli,
a loro dire, di metodi inumani e
coercitivi, in spregio ai diritti umani. Nel migliore dei casi, si è commentato
e ironizzato sulla disorganizzazione e sull'incapacità di attuare le misure
programmate.
Circa il famoso muro, la sua legittimità era pure evidente, dato che il numero di
immigrati ricevuti da Budapest aveva toccato il massimo e l'emergenza da
fronteggiare era palese. Ma, a cominciare da certi capi di stato, che sarebbero
più adatti a fare il sacrestano d'un curato di campagna à la page, è venuto fuori il trito repertorio di esecrazioni contro
i muri divisori e i regimi autoritari, per fortuna oggi costretti all'impotenza
e a far marcia indietro.
Non è mera e volgare manovra politica, son
cose che gravano su questo residuo di civiltà, che lo tirano più in basso, nel
regno dispotico e fetente, dove già si celebra il diritto dei vizi putridi e dove scorrazzano i loro cortei.
In effetti, l'Ungheria non ha fatto alcuna
marcia indietro. Ha affrontato le circostanze come si doveva. Il suo parlamento
ha messo a punto leggi appropriate. Il governo ha escluso di prestarsi ad altri
trasporti di invasori, facendo i comodi della Germania & Co. Orban si è
recato a Bruxelles a mettere le cose in chiaro, evitando di stringere la mano e
certi comandanti dell'UE.
Queste notizie sono state travisate o riferite
di sfuggita, contando sull'effetto prodotto dai pregiudizi ormai inculcati nel
vasto pubblico.
Non dimentichiamo però che Grillo, in
particolare, ha sbugiardato gli informatori di regime, e che insieme a lui Matteo
Salvini e Giorgia Meloni, contrari alla politica immigratoria di Bruxelles,
dispongono di un'importante adesione popolare. Salvini, opponendosi alla
propaganda internazionale pro umanitarismo superficiale, montata intorno al
bambino gettato cadavere sulla spiaggia, ha addebitato la sua morte (tra le
tante altre) all'inerzia degli stati europei, che sarebbero in grado di provvedere,
a monte, affinché anche queste sciagure non avvengano. Qualche quotidiano di
destra ha osservato che le nazioni mediorientali respingono i profughi o danno
loro un deplorevole ricovero in campi di raccolta.
Ciò non toglie che qui la confusione negli
animi sia grande. Bergoglio, col suo moralismo eretico (essendo eresia p.e. il
diritto alla libertà religiosa e l'ecumenismo conciliare) gode del favore di
ingenti masse e alimenta la malizia fumogena. D'altronde Grillo, la Meloni e la
stessa Lega, vogliono leggi immorali e disgregatrici.
Non v'è tartassato a causa dell'immigrazione
o vittima di immigrati che non si premuri di dichiararsi per niente razzista,
facendo il gioco dei razzisti al contrario: sostenitori d'una aberrante uguaglianza
di etnie disparate e di una comunità babelica e deforme.
Quasi nessuno cui hanno ucciso un congiunto,
osa prendere a calci l'intervistatore che gli domanda se abbia perdonato.
Almeno, non si viene a sapere che questo accada. I segni della santa
ribellione, della retta insorgenza, restano di là da venire, in mancanza di un
capo banditore dell'autentica rettitudine.
Intanto, l'ipocrisia ben mirata d'Oltre
Oceano critica il comportamento dell'Europa, prevede - e, sotto sotto,
l'auspica per i suoi fini - vent'anni di trasferimento d'asiatici e d'africani
nel Vecchio Continente (come dire: "Rassegnatevi"). Per dimostrare di
non starsene con le mani in mano, si comunica d'aver accertato che trentamila
mercanti di vite umane hanno così intrapreso un commercio più redditizio dei
traffici di droga e di armi (come dire: "Pensateci voi", ma facendo
di tutto perché restiamo passivi, alle prese con la nostra crisi multiforme).
L'Europa delle patrie è tutt'altro che
scomparsa, né potrebbe scomparire facilmente. Ognuna ha un bilancio statale,
interessi da difendere, una storia, una lingua, tradizioni particolari. Ma il
supergoverno UE è elemento unificatore per la dissoluzione delle sovranità e
delle integrità, mediante patti comunitari e legiferazione. Lo stesso fine
viene perseguito con l'immissione di milioni di stranieri, fomentata da
campagne umanitarie preparate da bugiarde carte dei diritti.
La negazione di questo stato di fatto,
qualifica i suddetti baldi incuranti o compiacenti cooperatori dell'impostura.
Piero
Nicola
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