L'età avanzata e la relativa
immunità contemplata dalla legge
italiana consentono di non temere la pena minacciata ai contestatori e agli
spregiatori del parlamento nazionale, al tempo di Giovanni Papini stimato
quale teatro in cui si eseguono concerti
di sputi, dopo l'importazione del delirio americano, fabbrica di leggi
demenziali, sadiche e strutturalmente infami.
Di
conseguenza è un disonore non disprezzare
le carte sulle quali sono scritte le leggi, che capovolgono i princìpi del diritto naturale e offendono il Creatore.
In
particolare la bestiale legge 194, votata da una disonesta e laida maggioranza
e firmata da alcuni autorevoli cialtroni militanti nella Dc, getta una luce triste
sullo stato legislatore e sulla medicina, ridotta a strumento di una denatalità, che indirizza il futuro degli italiani alla senescenza e
all'immigrazione islamica.
Non si esce
dal circolo vizioso battuto dalla politica politicante finché non si riconosce che la fonte della disonestà stampata nella legge 194 è il
mito della sovranità popolare, asse portante
della costituzione repubblicana.
La legge
abortista d'altra parte contempla l'orizzonte sanguinario, desiderato e
programmato dai sacerdoti dall'usura, che lavorano assiduamente alla
cancellazione delle identità e delle storie dei popoli
refrattari all'ideologia, che suggerisce e comanda il sorriso – keep smile – nell'obitorio a stelle e strisce.
Il sogno
della banca americana contempla la devastazione delle identità nazionali, ovvero quel prodigio della magia nera, che a suo tempo fu
descritto dal disegnatore del mago Mandrake, un geniale critico del
totalitarismi, che narrava (in quasi profetici fumetti) le imprese di una
tirannide capace di annientare i tratti fisionomici delle persone schiavizzate.
La possibilità di un'uscita dal corteo funebre, in cui gli sculettanti pensieri
californiani divulgano le trucide lezioni della banca strozzina, dipende dalla
visione dei limiti oltre i quali la democrazia si trasforma in prigione e
inferno dei popoli.
Ora il
diritto naturale e il diritto positivo divino segnano i limiti passati i quali
le leggi dello stato diventano fomite di un abuso, che trasforma il potere
politico in strumento di corruzione e di dissoluzione.
Al proposito
il cardinale Giuseppe Siri rammentava che “non ci siamo creati da noi e, pertanto, la
legge viene di là della coscienza, in ultima
analisi dalla stessa fonte dalla quale abbiamo avuto l'essere”.
Intossicata
da una costituzione concepita dal compromesso della verità cattolica con l'errore progressista, la democrazia italiana ha violato
più volte la barriera alzata dal diritto
naturale e dal diritto divino.
Incoraggiata
da leggi generate dalla fragilità
costituzionale, la denatalità, favorita ha prodotto il
vuoto anagrafico nel quale irrompe la devastante/festante immigrazione degli
islamici.
Il disordine
generato dalle cattive leggi è diventato invincibile a
causa della desistenza cattolica e della conseguente latitanza di oppositori
intransigenti e qualificati.
D'altra
parte non è possibile progettare la
difesa della dignità nazionale senza liberare i
partiti della destra dalle intossicazioni liberali, che giustificano la
poligamia dei restauratori presunti e ammirano le meraviglie del sistema
americano e della letteratura fantastica.
La lunga
storia dell'insignificanza a destra ha
inizio dall'escandescenza magica di Julius
Evola, continua nel pensiero turistico di Armando Plebe e termina
nell'equivoco intorno al liberalismo professato da Forza Italia.
L'uscita dal
vuoto, che tormenta la ragione a destra,
esige l'emersione dalle acque della diserzione delle personalità capaci di leggere e interpretare la tradizione italiana, dalla
scolastica alla scienza nuova fino alla rinascita del tomismo nel xx secolo.
La malattia
della politica oggi al potere è l'ignoranza e/o il
colpevole disprezzo della filosofia italiana, un deficit che avvia un estenuante giro mentale intorno a suggestioni
atlantiche, irriducibili alla tradizione nazionale.
La democrazie
avvelenata dall'immanentismo di conio liberale può essere
riformata e risanata solamente da una classe politica fedele alla vera
tradizione italiana. Il rimanente appartiene all'irrealismo in corsa inutile
nei dibattiti televisivi.
Piero Vassallo
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