La casa editrice Sacra Fraternitas
Aurigarum in Urbe ha pubblicato in questi giorni due avvincenti saggi
storici, Perché Roma di Ennio Innocenti [1], e Mitraismo e
Cristianesimo di Giuseppe Biamonte [2].
Raccolti in un unico volume, i testi dei noti
e apprezzati studiosi cattolici si raccomandano ai lettori colti quali
contributi necessari al chiarimento dei reali rapporti tra romanità e
cristianesimo e tra cristianesimo e religione di Mitra.
I saggi hanno per fine la confutazione delle
tesi dilettantesche e confusionarie intorno all'ispirazione eversiva e
anti-romana dei primi credenti nel Signore.
Si tratta di dicerie infondate, in corsa
ostinata e frenetica nei circuiti e nelle piste surreali, dove la esangue
storiografia laicista incontra le magiche escandescenze della sinistra nomade e
gli esangui furori della destra magica.
L'orizzonte
nel quali si muovono da destra e da sinistra le opinioni intorno al conflitto
insanabile tra fede cattolica e tradizione romana, esibisce la curiosa
convergenza delle sentenze che discendono (capitombolano) da (presunte) opposte
filosofie della storia.
La cultura progressista contempla un
insanabile conflitto tra la civiltà romana e la rivoluzione cristiana (intesa
come rivolta plebea contro l'impero reazionario, narrato da Bertold
Brecht ne Gli affari del signor Giulio Cesare) mentre la cultura della
destra neopagana capovolge il giudizio della sinistra (il cristianesimo,
secondo Evola, avrebbe sovvertito il perfetto ordine dell'impero pagano) ma
condivide e perpetua l'opinione sull'incompatibilità di cristianesimo e
tradizione romana [3].
Quale via d'uscita dal delirio a due teste
matte, Innocenti propone una originale lettura del mondo romano, che fu
esecutore d'una missione universalistica voluta dall'Alto: “Fondamento della
tradizionale religiosità romana è restata la valutazione della Suprema Divinità
come Fatum, ossia Paola o Logos o Verbum, assolutamente trascendente e
indiscutibile, cui l'uomo che ne partecipa per la ragione e la creazione, deve
collaborare e rispondere”.
Non
per caso il vertice della filosofia romana nel primo secolo dopo Cristo è
rappresentato da Lucio Anneo Seneca (Cordoba 4 a . C. - Roma 65 d. C.),
filosofo attento al messaggio cristiano e autore di pensieri, che a giudizio di
Innocenti, hanno il sapore del Vangelo.
Al proposito è citato un passo in cui il
filosofo di Cordova afferma che “non vive ancora veramente per sé chi non
vive per gli altri. Dobbiamo anche saper perdonare coloro che ci hanno offeso
persuadendoci che nessuno è senza colpa”.
Lo
studio serio e il sistematico approfondimento della letteratura latina del
primo secolo autorizzano Innocenti ad affermare che “il cristianesimo ha
potuto diffondersi nell'Impero senza altro rilevante impedimento che la
sobillazione giudaica e la scontata resistenza suscitata dall'imperativo della
conversione spirituale evangelica. E ci sono indizi probativi che la cultura
etnica non mancava di recepire, nel frattempo, dati e frammenti evangelici ben
al di là della comunità cristiana” [4].
Giuseppe Biamonte, autore del robusto saggio Mitracismo
e Cristianesimo Affinità formali e difformità sostanziali, propone la confutazione delle avventurose tesi
(diffuse dalla scuola di Tubinga) finalizzate a dimostrare la identità di
sostanza di Cristianesimo e mitracismo.
Quale introduzione a una seria lettura delle
differenze che corrono tra fede in Cristo e mitologie intorno a Mitra, Biamonte
cita una sentenza di Giuseppe Ricciotti, il quale suggeriva di evitare il
rischio “di affermare una identità di sostanza [tra Cristianesimo e mitraismo]
dove era soltanto una vaga corrispondenza di forma e l'altro pericolo
cronologico anche più grave di prendere per una dipendenza del Cristianesimo
ciò che era una dipendenza dal Cristianesimo”.
A conferma del giudizio sull'irriducibilità
della teologia cattolica al mitraismo, Biamonte cita Giustino e Tertulliano che
imputarono al Maligno “l'imitazione mistificatrice dei sacramenti cristiani” da parte dei seguaci di Mitra.
Rammenta infine il detto di Giustino martire: “I malvagi demoni per
imitazione [del sacrificio eucaristico] dissero che tutto ciò avveniva
anche nei misteri di Mitra- Infatti nei loro riti di iniziazione si introducono
un pane e una coppa d'acqua, mentre si pronunciano alcune formule”.
Biamonte
non esita a segnalare la presenza di frammenti della superstizione mitraica “all'interno
di molte conventicole esoteriche-massoniche e associazioni filantropiche, i cui
appartenenti, chiamati fratelli, scimmiottando gli antichi rituali, amano in
molti casi esibirsi per le loro liturgie, muniti di spade, mantelli e
paludamenti vari”.
L'escursione compiuta da Biamonte negli oscuri
cunicoli del delirio neo cataro, fomite e retroscena del laicismo squillante
sui tetti della moderna democrazia, dissolve l'incantesimo prodotto dalle
mitologie intorno alla modernità laica e progressiva. E indica il cammino
percorribile da una cultura di destra finalmente libera dall'influsso
zavorrante e umiliante dell'esoterismo.
Piero Vassallo
[1]
Ennio Innocenti è un infaticabile studioso, impegnato a ristabilire le verità
storiche rovesciate da operatori culturali
che aggrediscono - da destra e da sinistra - le verità del Cristianesimo
rilanciando surreali mitologie e suggestioni raccolte nella vasta biblioteca degli
eretici antichi e moderni. Di qui un'ingente produzione di testi che
contribuiscono alla demolizione di bufale travestite da cavalli di razza: Gesù
a Roma, Storia del potere temporale dei papi, La conversione religiosa di
Benito Mussolini, Epopea italica, Critica alla psicoanalisi, Vangelo e
coscienza, Fatima Roma Mosca, Luigi Calabresi.
[2] Cultore
della materia presso la cattedra di archeologia cristiana dell'Università di
Roma Tre, Giuseppe Biamonte è autore di importanti saggi quali Pietro,
Damaso, Simmaco e il Liber Pontificalis, Le catacombe di Roma, L'area tra tarda
antichità e Medioevo. Attento studioso delle suggestioni esoteriche che
impestano la politica della destra post-fascista ha contribuito alla
demistificazioni delle leggende intorno alla tradizione proposte da René Giénon
e da Julius Evola.
[3] Giuseppe
Biamonte al proposito rammenta che il gruppo dei promotori del destrismo
paganeggiante, che faceva capo alla casa editrice GRECE, “fece da sponda,
dalla riva destra, ai loro omologhi marxisti, che, sulla riva sinistra, ormai
da tempo immemorabile, avevano fondato la demonizzazione della Chiesa e della
Religione Cattolica sull'ateismo e sul materialismo storico”.
[4] Al proposito Innocenti cita i saggio di Ilaria Ramelli,
un'affermata studiosa che, fra l'altro, ha dimostrato che Petronio conosceva il
Vangelo di Marco.
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