Per via di interessi e pedestri e alati, alcune
famiglie si sono urtate con un'altra diversa parentela. In mancanza di un
giudice super partes abile a dirimere
le loro questioni, dette famiglie hanno preso provvedimenti contro l'avversaria.
Questa ha deciso di non ammettere in casa sua le persone della compagine con
cui si è aperta la lite, le quali hanno dimostrato una spiccata ostilità. I
capifamiglia fra loro alleati hanno esibito il superciglio e lo sdegno per
l'atteggiamento assunto dall'avversario, poiché ha avuto il coraggio di
chiudere le porte a qualche loro esponente. Essi si drizzano sulle ragioni da
loro difese a spada tratta per l'umanità - sebbene manchi il tribunale
obiettivo che possa approvarle - inclusa la rivendicazione del diritto ad entrare
nella dimora altrui quantunque non graditi. Per giunta, un clan della
coalizione che si è adontata, ha già, per conto suo, dichiarato indesiderabili
diversi membri rappresentativi del clan adesso nuovamente biasimato per il suo
divieto.
La
similitudine è per l'UE e associati, i cui governanti ora s'inalberano, ora si
lagnano dell'ingiustizia e per il dialogo sabotato dalla Russia, che ha redatto,
con una ritorsione inconcepibile, una lista di occidentali e di confinanti cui
preclude l'ingresso sul patrio suolo. Inoltre qualcuno di essi pretende di
conoscere in anticipo quali siano i soggetti colpiti dal bando e strabuzza gli
occhi davanti al rifiuto.
L'opinione pubblica si beve la fantasiosa propaganda, cui i mezzi di
informazione e i commentatori fanno da cassa di risonanza. L'assurdità lascia
inerte il senso dell'umorismo nelle moltitudini sature di pregiudizi
altrettanto surreali.
Non è
forse vero che, un giorno sì e uno no, le gazzette che mettono in circolazione
i fatti del momento parlano dei tesori di questo o di quel paese dicendoli
patrimonio dell'Unesco e dell'umanità? Non è forse vero che questo comunismo,
avente la maschera posticcia del diritto, soddisfa gli appetiti indecenti,
l'inclinazione all'appropriazione indebita dell'uomo, allevato sin
dall'infanzia nelle scuole dove si accarezzano i poveri lazzaroni e si
castigano gli onesti per il loro senso della rettitudine, così tanto nociva ai
poveretti? Non è vero che i predicatori aggiornati ricordano come la terra
intera fu data a tutto il genere umano perché ne usufruisse indifferentemente?
Quale
meraviglia, allora, se ai clandestini, moralmente non meglio definibili, si
attribuisce la facoltà di godere delle opere costruite dai nostri padri, dei beni
da noi ereditati, e la facoltà di togliere il pane ai nostri connazionali! Quale
meraviglia se gli stranieri, che potrebbero tornare nelle loro terre senza
alcun grave pregiudizio (vedi i sudamericani e gli ucraini, esportatori di
somme notevoli), tolgono il lavoro ai nostri compatrioti, senza che nessuno
denunci l'omissione dei debiti provvedimenti! Infatti, è ormai superata la
scusa che i nostri non vogliono fare i lavori umili. E quale meraviglia se
coloro che li rifiutarono non ne subirono le giuste conseguenze! Per legge, i
giovani italiani, finché non abbiano soddisfatto le loro vocazioni lavorative,
possono farsi mantenere dai genitori. Questi principi devono generare il
grottesco e il sorriso che stempera l'amarezza.
E le
pene risibili inflitte ai delinquenti, che raddoppiano il pianto delle loro
vittime e destano lo sconcerto momentaneo di altri, esse donde vengono se non
dalla vasta adesione a una pietà emozionale ed epidermica, che ha consentito ai
politicanti d'ingrassarsi?
Oggi
tutti loro hanno vinto le elezioni. Prodigio di una competizione in cui non ci
sono perdenti, nemmeno il concorrente maggiormente in regola con saggezza e
lealtà, di solito destinato a soccombere. La risata si spegne nella
riflessione, specie quella che non può permettersi il disprezzo.
Piero Nicola
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