Nazione sovrana dal 1905, anno in cui ottenne
l'indipendenza dalla Svezia, la Norvegia vanta una letteratura, il cui alto
valore è dimostrato, oltre che dalla fama di un geniale interprete della
filosofia di Kierkegaard, quale fu Erik Ibsen, dall'assegnazione del Nobel a
tre narratori, Bjornstejerne Bjornson, Knut Hamsun e la cattolica Sigrid Undset
(1882-1940).
Undset
fu autrice degli splendidi racconti Santa Sunniva e gli uomini di Selje e
Glastonbury, riproposti in questi giorni da Solfanelli editore dotto e
intrepido in Chieti.
Autore della
traduzione e del puntuale commento ai racconti della Undset è stato il
compianto poeta pescarese Marco Tornar (pseudonimo di Enrico Ciancetta,
1960-2014) il quale citò opportunamente
un brano scritto dalla insigne scrittrice norvegese per rammentare ai cattolici
inginocchiati davanti agli idoli della modernità che "le antiche
religioni pagane erano di gran lunga più aderenti al cristianesimo di quanto
non lo sia il paganesimo del nostro tempo".
I pagani
dell'antichità, infatti, avevano fede in potenze superiori, mentre "il
nostro paganesimo vuole estirpare ogni contenuto trascendente da tutte le
religioni: da quelle primitive e pagane fino al cristianesimo che insegna agli
uomini come si debba avere il culto di Dio".
Tornar
rammenta che il neopaganesimo è avanzato fino al punto di progettare lo
sradicamento dalla letteratura e dall'arte fedeli all'idea della trascendenza e
al proposito cita la teoria elucubrata dal nichilista francofortese Walter
Benjamin al fine di screditare e scoraggiare l'ispirazione religiosa degli
artisti ispirati dalla tradizione cattolica.
Secondo
il caposcuola degli ultracomunisti il pensiero cattolica era avvelenato dal fascismo
orrido e immenso dunque era necessario adeguare l'arte alla finalità
pedagogica perseguita da un feticcio della borghesia crepuscolare, il
commediografo comunista Bertolt Brecht.
L'insigne
studioso pescarese ricorda che "molto vilmente Walter Benjamin (1892-1940)
era ancor vivo quando apparve il racconto della Undset" e perciò si
domanda "se mai qualcuno gli avesse detto che bastava solo una pagina
dell'autrice norvegese - che aveva già preso il Nobel nel 1928 - per
smentirlo?"
Refrattaria
al canto stridulo delle sirene ultra-comuniste squillanti a Francoforte, "la
Undset raggiunge i vertici della sua maestria nel saper trattare la storia e
l'agiografia senza mai discostarsi di un solo attimo dal vitale ascolto poetico
di Dio".
Tornar cita al
proposito un giudizio dello storico della letteratura Andreas H. Wisnes
(1889-1972) che attribuisce alla Undset il merito (apprezzato dai teologi
preconciliari e negato dai modernizzatori elettrizzati dal Vaticano II) di aver
smascherato il moderno culto dell'io "nelle sue palesi manifestazioni
palesi e recondite, nelle forme dirette e in quelle indirette".
Dal
malsano culto dell'io hanno origine i tentativi dei teologi liberali, "che
ti consegnano un Gesù storico nell'aspetto di un garzoncello predicatore, con
particolare attitudine a commuovere le associazioni femminili; essi insomma
tentano di costruire un cristianesimo ammodernato" [1].
Tornar
rammenta che "il cristianesimo ammodernato ha eliminato l'arcangelo
Michele dalla messa" mentre l'Europa moderna ha censurato Gesù: "La
Undset avvertì le avvisaglie di questo progresso e le dolse il cuore".
Curiosamente le opere della Undset furono dimenticate e sparirono dai cataloghi
delle case editrici cattoliche negli anni turbinosi del postconcilio.
Ora il
primo di racconti della Undset, proposti a tempo opportuno da Solfanelli,
dimostra la verità storica della leggenda di Santa Sunniva, la regina irlandese
che rinunciò al trono per consacrarsi alla vita monastica. Il secondo racconto,
Glastonbury, scritto in obbedienza alla verità storica in auge
prima del rugiadoso ecumenismo grondante dal Vaticano II, mostra il lato
più spregevole della personalità del re scismatico e sanguinario Enrico VIII
d'Inghilterra: l'avarizia, che lo spronò a depredare la Chiesa, e l'ipocrisia, che
gli consigliò di distribuire il bottino tra i poveri: "i suoi favoriti
e assistenti e le sue mutevoli famiglie si rimpinzarono su ciò come
avvoltoi".
Oscurata la memoria di
un passato avvincente, la letteratura cattolica, dopo esser passata attraverso
le soffocanti strettoie edificate da Pier Paolo Pasolini e da Giovanni Testori,
si adagia in un silenzio desolato.
Il
volume proposto da Solfanelli (via Colonnetta 148 66100 Chieti, tel.
0871561806) e messo in vendita al prezzo politico di sette euro, è
pertanto suggerito e caldamente raccomandato al pubblico cui l'ombra della
modernità, caduta sulle righe al trotto nella chiacchiera pseudo ecumenica,
impedisce la conoscenza dalla teologia preconciliare, professata da un gran
numero di letterati d'alto profilo.
Piero Vassallo
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