Le mitologie intorno all'Europa hanno una
doppia origine: una lontana, l'illusione germanica di ereditare l'autorità
dell'impero romano e di umiliare il papato, l'altra recente,
l'internazionalismo concepito dal furore anticattolico di
laicisti/internazionalisti della risma di Altiero Spinelli (1907-1986) ed
Ernesto Rossi (1897-1967).
Entrambe
le fonti della mania europeista sono avvelenate dall'invincibile avversione dei
laicisti alla tradizione italiana e
alla Chiesa cattolica, una ostilità discendente in qualche modo dalla politica
degli imperatori tedeschi, Enrico IV, Federico Barbarossa, Federico II i
prepadri della eresia luterana.
Sull'egemone
europeismo di stampo germanico, nipote della tenebrosa ideologia
ghibellina, sono peraltro visibili le tracce dei furori ateologici emanati da
Lutero e da Boehme, e messi a tema neognostico dagli dalle filosofie di Kant,
di Fichte, di Hegel, di Schelling, di Schopenhauer, di Schleiermacher, di Wagner, di Nietzsche, di T. Mann, di Heidegger.
L'europeismo
professato dagli accaniti esponenti dell'anticlericalismo italiano, Rossi e
Spinelli, ha l'impronta nascosta dell'odio teutonico verso la religione
cattolica e verso la patria italiana.
L'Europa
che sta affliggendo e immiserendo la vita dell'Italia è frutto della mostruosa
copula consumata dal laicismo radicale con la anacronistica, funerea e
psicoanalitica passione dei ghibellini tedeschi e della loro dirompente
e bellicosa cancelliera.
Che
cosa ha in comune la cultura di una tradizione autenticamente nazionale con il
mostriciattolo europeo, generato da un incesto ideologico? E ancora: si
conosce, fuori dalla marginalità, una tradizione italiana seriamente infatuata
dal mito dell'impero, che Dante, deluso, accusava di aver originato l'italico
bordello e Francesco Petrarca definiva idolo
vano, senza soggetto?
In
altri termini, può essere seriamente definita italiana quella fanatica,
ostinata frazione della destra estrema, circolante al seguito della marginale
setta, che si lasciò infatuare dall'europeismo nazista?
Dopo la
umiliante catastrofe della desta a mente plurima, la cultura italiana ha una
sola strategica opportunità: riprendere il filo del ragionamento avviato, nella
seconda metà degli anni Venti, da Henri Massis e sviluppata da Asvero Gravelli
e dai collaboratori della sua rivista, Anti-Europa.
Nella
pagine di Anti-Europa è infatti indicata, con anticipo di quasi un
secolo, la vera causa del movimento crepuscolare, che sta trascinando
l'Occidente nel gorgo californiano della porno-thanatofilia: l'apertura della
filosofia tedesca al nichilismo/nirvanismo asiatico.
Annunciato
nella prima metà del XIX dal migliore Antonio Rosmini, confermato negli anni
Trenta del XX secolo dagli studi hegeliani di Alexandr Kojève, e documentata
ultimamente dalle puntuali ricerche di Julio Meinvielle e di Massimo Borghesi,
l'irruzione del nichilismo asiatico nella filosofia tedesca è la principale
causa della laida rivoluzione sessantottina, non a caso detta
francofortese.
La
rivoluzione asiatica/germanica sta producendo la decadenza morale e
l'estinzione fisica delle antiche nazioni d'Europa e in special modo
dell'Italia.
Seguire
la cometa europea, in definitiva, significa mettersi al seguito della
suggestioni diffuse dal nichilismo tantrico/francofortese/californiano, ossia
correre verso il precipizio nel quale il pastore asiatico cantato dall'infelice
Leopardi cadde obliando il tutto.
r
D'altra
parte è ragionevole e doveroso considerare:
a. il costo spaventoso del sistema-Europa, 6
miliardi di euro (all'anno) per la sola Italia, ad esempio;
b. la struttura babelica dei parlamenti
europei, nei quali, ad esempio, si aggirano (strapagati) 350 interpreti fissi e
400 interpreti free lance;
c. la perfetta impotenza e vigliaccheria
dimostrate dal sistema-Europa di fronte all'emigrazione islamica, che sta
rovesciandosi sull'Italia;
d. la invincibilità dei più sordidi interessi
nazionali, ad esempio gli interessi francesi, che hanno causato il tragico caos
regnante in Libia;
e. le ragioni della dissidenza greca;
f. infine la vastità e l'importanza politica
ed economica dei paesi non aderenti all'unione europea: Russia, Ucraina,
Norvegia, Bielorussia, Moldavia, Svizzera, Serbia, Montenegro, Bosnia, Kosovo
(in totale 150 milioni di abitanti).
r
Occorre infine
rammentare che la pace europea si deve all'equilibrio del terrore, che
costringeva Usa e Urss a convenire sull'impossibilità di uno scontro diretto
senza ricorso all'uso devastante delle bombe atomiche.
L'insignificanza
dell'autorità europea oggi si legge nei i bagliori di guerra in Ucraina,
bagliori che sono incrementati e non oscurati dall'intervento ottuso e servile
delle mosche cocchiere europee.
A
partire dal 1945, la pace volava alta sopra l'Europa. Chi vuol fare caso allo
storia può rammentare che l'unico intervento europeo per la pace fu
compiuto da Amintore Fanfani durante la crisi di Cuba del 1962. E Fanfani
rappresentava l'Italia cattolica e non l'Europa illuminista e liberale.
Piero Vassallo
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