lunedì 29 giugno 2015

Difesa dall'Europa

Le mitologie intorno all'Europa hanno una doppia origine: una lontana, l'illusione germanica di ereditare l'autorità dell'impero romano e di umiliare il papato, l'altra recente, l'internazionalismo concepito dal furore anticattolico di laicisti/internazionalisti della risma di Altiero Spinelli (1907-1986) ed Ernesto Rossi (1897-1967).
 Entrambe le fonti della mania europeista sono avvelenate dall'invincibile avversione dei laicisti   alla tradizione italiana e alla Chiesa cattolica, una ostilità discendente in qualche modo dalla politica degli imperatori tedeschi, Enrico IV, Federico Barbarossa, Federico II i prepadri della  eresia luterana.
 Sull'egemone europeismo di stampo germanico, nipote della tenebrosa ideologia ghibellina, sono peraltro visibili le tracce dei furori ateologici emanati da Lutero e da Boehme, e messi a tema neognostico dagli dalle filosofie di Kant, di Fichte, di Hegel, di Schelling, di Schopenhauer, di Schleiermacher,  di Wagner, di Nietzsche, di T. Mann, di Heidegger.
 L'europeismo professato dagli accaniti esponenti dell'anticlericalismo italiano, Rossi e Spinelli, ha l'impronta nascosta dell'odio teutonico verso la religione cattolica e verso la patria italiana.
 L'Europa che sta affliggendo e immiserendo la vita dell'Italia è frutto della mostruosa copula consumata dal laicismo radicale con la anacronistica, funerea e psicoanalitica passione dei ghibellini tedeschi e della loro dirompente e bellicosa cancelliera.
 Che cosa ha in comune la cultura di una tradizione autenticamente nazionale con il mostriciattolo europeo, generato da un incesto ideologico? E ancora: si conosce, fuori dalla marginalità, una tradizione italiana seriamente infatuata dal mito dell'impero, che Dante, deluso, accusava di aver originato l'italico bordello e  Francesco Petrarca definiva idolo vano, senza soggetto?
 In altri termini, può essere seriamente definita italiana quella fanatica, ostinata frazione della destra estrema, circolante al seguito della marginale setta, che si lasciò infatuare dall'europeismo nazista?
 Dopo la umiliante catastrofe della desta a mente plurima, la cultura italiana ha una sola strategica opportunità: riprendere il filo del ragionamento avviato, nella seconda metà degli anni Venti, da Henri Massis e sviluppata da Asvero Gravelli e dai collaboratori della sua rivista, Anti-Europa.
 Nella pagine di Anti-Europa è infatti indicata, con anticipo di quasi un secolo, la vera causa del movimento crepuscolare, che sta trascinando l'Occidente nel gorgo californiano della porno-thanatofilia: l'apertura della filosofia tedesca al nichilismo/nirvanismo asiatico.
 Annunciato nella prima metà del XIX dal migliore Antonio Rosmini, confermato negli anni Trenta del XX secolo dagli studi hegeliani di Alexandr Kojève, e documentata ultimamente dalle puntuali ricerche di Julio Meinvielle e di Massimo Borghesi, l'irruzione del nichilismo asiatico nella filosofia tedesca è la principale causa della laida rivoluzione sessantottina, non a caso detta francofortese.
 La rivoluzione asiatica/germanica sta producendo la decadenza morale e l'estinzione fisica delle antiche nazioni d'Europa e in special modo dell'Italia.
 Seguire la cometa europea, in definitiva, significa mettersi al seguito della suggestioni diffuse dal nichilismo tantrico/francofortese/californiano, ossia correre verso il precipizio nel quale il pastore asiatico cantato dall'infelice Leopardi cadde obliando il tutto.

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 D'altra parte è ragionevole e doveroso considerare:
a. il costo spaventoso del sistema-Europa, 6 miliardi di euro (all'anno) per la sola Italia, ad esempio;
b. la struttura babelica dei parlamenti europei, nei quali, ad esempio, si aggirano (strapagati) 350 interpreti fissi e 400 interpreti free lance;
c. la perfetta impotenza e vigliaccheria dimostrate dal sistema-Europa di fronte all'emigrazione islamica, che sta rovesciandosi sull'Italia;
d. la invincibilità dei più sordidi interessi nazionali, ad esempio gli interessi francesi, che hanno causato il tragico caos regnante in Libia; 
e. le ragioni della dissidenza greca;
f. infine la vastità e l'importanza politica ed economica dei paesi non aderenti all'unione europea: Russia, Ucraina, Norvegia, Bielorussia, Moldavia, Svizzera, Serbia, Montenegro, Bosnia, Kosovo (in totale 150 milioni di abitanti).

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 Occorre infine rammentare che la pace europea si deve all'equilibrio del terrore, che costringeva Usa e Urss a convenire sull'impossibilità di uno scontro diretto senza ricorso all'uso devastante delle bombe atomiche.
 L'insignificanza dell'autorità europea oggi si legge nei i bagliori di guerra in Ucraina, bagliori che sono incrementati e non oscurati dall'intervento ottuso e servile delle mosche cocchiere europee.
 A partire dal 1945, la pace volava alta sopra l'Europa. Chi vuol fare caso allo storia può rammentare che l'unico intervento europeo per la pace fu compiuto da Amintore Fanfani durante la crisi di Cuba del 1962. E Fanfani rappresentava l'Italia cattolica e non l'Europa illuminista e liberale.  


Piero Vassallo

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