Che
l'Italia si trovi in una condizione d'alto rischio a causa del cosiddetto
terrorismo islamico, è precisa responsabilità dei governanti e della gerarchia
ecclesiastica. Tralasciamo il fatto complessivo dell'attuale immigrazione di stranieri,
che merita un discorso e una condanna a parte.
Per assolvere l'obbligo di proteggere i
cittadini e i fedeli (più o meno degni di chiamarsi cattolici) vige il dovere
di riconoscere l'aggressore e i suoi moventi.
Siamo giunti alla seconda strage di europei
in Tunisia, ad un altro attentato con uccisione quasi rituale in Francia, e si
continua a vedere le cose allo stesso modo illusorio e irresponsabile.
Politica? Prudenza? Paura?
Ma la
falsità che dipinge d'innocenza la
diffusa colonia installata da noi, in
cui abita il nemico feroce, indebolisce viepiù le menti e le disarma, a
vantaggio dei sederi accomodati nelle poltrone istituzionali. E sarebbe una
magra consolazione pensare al baratro in cui precipiterà la molle insipienza
delle loro teste.
Con chi abbiamo a che fare dentro e fuori i
nostri confini? Con maomettani assai religiosi e che possono avere motivi di
rivalsa vecchi e nuovi verso l'Occidente. Anche nei tiepidi, per forza di cose
e di crisi, la religiosità è pronta a risvegliarsi.
Essa a che cosa fa capo? Il mondo maomettano
è diviso in parecchie sette, ma il loro comune riferimento consiste nel Corano
(rivelato da dio a Maometto) e in una dottrina (bensì desunta da una tradizione),
tra i cui capisaldi abbiamo i seguenti:
L'islamismo non è solo religioso, ma anche
politico e giuridico. Esso regola, sotto la legge divina, ogni aspetto della
vita e del credente, non distingue fra potere spirituale e temporale.
"Ai cinque
pilastri [delle prescrizioni religiose] se ne aggiunge spesso un sesto, la
guerra santa (gihad). Secondo la dottrina musulmana, tutto il territorio che
non si trova sotto il dominio dell'islam è dar
al-harb, 'zona di guerra'. Esso deve essere conquistato mediante la guerra,
che non può avere fine se non con l'assoggettamento di tutto il mondo.
"Questa teoria ha dovuto molto cedere
alla realtà delle cose, pur sussistendo in sede di diritto e costituendo come
tale un fenomeno di notevole interesse.
"L'obbligo della guerra santa è
collettivo, non individuale: è sufficiente in altri termini che esso venga
assolto da una parte della comunità". Alla quale, si capisce, la "parte"
rimanente dev'essere solidale ovunque essa sia.
"Degli infedeli, sono ammessi a vivere
in terra islamica conservando la loro religione solo i possessori di Sacre Scritture,
e cioè ebrei, cristiani, e poi anche zoroastriani. Essi sono oggetto di un
particolare statuto, per cui vengono sottoposti a tributo e a determinate
limitazioni nella vita pubblica, ricevendo in compenso protezione e garanzia di
libero culto".
Cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. VII, col.
277 segg.
Magdi Cristiano Allam, noto giornalista,
politico e scrittore, osserva che in Tunisia il primo ministro ha ordinato la
chiusura di 80 moschee possibili covi di terroristi, e che in Italia il governo
non si sognerebbe di prendere simili provvedimenti. Da tempo, l'Allam ha dato
l'allarme con tanto di documentazioni, inascoltato.
Il terrorismo proveniente da centri
religioso-politici dei seguaci di Allah, ha precedenti nell'antica vicenda
degli Assassini, affiliati a una setta che imperversò in Siria nel tredicesimo
secolo (Enciclopedia Treccani, Vol. IV, col. 984 segg.) D'altronde, il Corano
prevede la legge del taglione, le crudeltà degli osservanti del sacro libro sono famose nella storia
passata e recente.
Dal lato della fede, i contrasti tra
l'islamismo e il cattolicesimo sono insanabili. Riconoscimenti, amicizia,
accoglienza indiscriminata, dimostrati da Roma vaticana a quegli infedeli (che
non hanno gerarchia, né unico capo religioso) sono disastrosi per noi, sia nel
campo religioso che in quello civile.
Per gli islamici siamo categoricamente coloro
che hanno corrotto la religione, restaurata da Maometto. A causa di antiche
contrapposizioni in ordine a interpretazioni teologiche e fatti storici, sciiti
e sunniti si combattono a vicenda con indefessa intransigenza, figurarsi il
loro atteggiamento nei confronti degli infedeli, discendenti dei Crociati. Essi
negano la Trinità, la divinità di Gesù Cristo, la Vergine, i Sacramenti;
credono nel predeterminismo, cioè nella creazione degli atti umani da parte del
loro dio, pur con l'intervento dell'uomo come esecutore responsabile, nel loro
paradiso le incantevoli uri allietano, con una sempre rinnovata verginità,
specialmente i caduti in battaglia.
Con essi abbiamo ben poco da spartire anche
riguardo alla morale (p.e. la poligamia). Ma quella massima idiota per cui
bisognerebbe badare a quello che accomuna e per cui sarebbe doveroso
intrattenere il dialogo col nemico irriducibile, ha animato l'ultimo dei grandi
baciatori del Corano: Bergoglio. Il quale andò a predicare dalla barca a
Lampedusa (con un'offensiva imitazione del Messia), ammonendo gli italiani ad
aprire le porte a tutti quanti: tutti fratelli, tutti innocui, tutti
perseguitati e diseredati. Ben sapendo che, anche nelle mani di Renzino e di
Alfanuccio, si sarebbe fatta pressappoco d'ogni erba un fascio, sia per
politica, sia per servilismo europeista e mondialista, sia per incapacità di governare
la situazione.
Chi avrà avuto la pazienza di leggere
quell'incredibile zibaldone dottrinale che è l'Instrumentum laboris, destinato
alla prossima sessione del Sinodo dei Vescovi, avrebbe avuto modo di verificare
- tra le altre - l'eresia dominante del neomodernismo: l'abolizione dei nocivi,
degli strumenti del demonio, e la corrispondente capacità dei fedeli, delle
famiglie, di difendersi dalle seduzioni dell'errore. Gli omosessuali dichiarati
e impenitenti, i peccatori pubblici, andrebbero compresi e "accompagnati",
mantenuti nel gregge con... misericordia:
nessuno scandalo, nessun pericolo; per giunta, ad essi si dà tutto il tempo, se
mai vogliano ascoltare la chiesa (ma quale chiesa! quale magistero!), tutto il
tempo di offendere Dio!
Piero
Nicola
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