martedì 23 giugno 2015

QUESTA NON È LA CHIESA (di Piero Nicola)

    Il Centro studi Giuseppe Federici, avente sede in Santarcangelo di Romagna, ha diffuso un comunicato su "La fede cattolica assalita dai Valdesi e difesa da Don Bosco".
  È questo il titolo del capo XX, vol. IV delle Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, dovute al sacerdote salesiano G.B. Lemoyne.
  Sebbene manchi un accenno a Bergoglio, è palese l'intento nei suoi confronti.
  Il biografo riferisce fatti storici. Dopo che Carlo Alberto aveva emancipato i protestanti nel suo regno, sebbene lo Statuto affermasse che la Religione Cattolica, Apostolica, Romana era la sola Religione dello Stato e sembrasse che la libertà concessa fosse soltanto quella di professare esternamente il culto acattolico, i valdesi scatenarono una campagna propagandistica per far proseliti, alterando le Scritture, denigrando pesantemente la Chiesa. Il mondo cattolico si trovò impreparato a respingere l'attacco, molti fedeli sprovveduti e incauti, alcuni persino indotti da vantaggi materiali, abbracciarono la proposta eresia che, come la maggioranza delle eresie, seduce con la novità e con la facilità.
  Allora, Don Bosco si diede a combattere il flagello con le stesse armi del nemico. Fece stampare opuscoli di carattere dottrinale accessibili al vasto pubblico, colmando la lacuna manifestatasi in quel frangente. "Compose e pubblicò pertanto alcune tavole sinottiche intorno alla Chiesa Cattolica, foglietti volanti, ricchi di ricordi e di massime morali e religiose adattate ai tempi, e si diede a spargerli gratuitamente tra i giovani e tra gli adulti a migliaia di copie, specialmente in occasione di esercizi spirituali, di sacre missioni, di novene, di tridui e di feste".
  Egli curò la ristampa del suo Il giovane provveduto, aggiungendovi "sei capitoli in forma di dialogo", sotto il titolo Fondamenti della Cattolica Religione. "Questi dimostravano, una sola essere la vera religione: le sette dei Valdesi e dei Protestanti non avere i caratteri della Divinità, non trovarsi in esse la vera Chiesa di Gesù Cristo; essere i Protestanti separati dal fonte della vera vita, che è il Divin Salvatore".
  Sono punti dogmatici sempre affermati dal Magistero, insiti nell'istruzione catechistica e nella generale predicazione, ma occorreva proporli al popolo per metterlo in guardia contro i suoi seduttori.
  Quando i Valdesi ottennero l'autorizzazione a edificare un loro tempio in Torino (quello in cui Bergoglio ha confermato l'amicizia con loro), "i Torinesi, anzi tutti i Cattolici del Piemonte, ne furono vivamente addolorati e pregarono il Signore a tener lontano dal paese tanto scandalo. I Vescovi reclamarono in una lettera, colletti al Re, in nome della Religione, dello Statuto, dell'onore Casa Savoia, citando le disposizioni del codice penale e codice civile. Ma non si tenne conto di questi reclami e si dette subito mano alla costruzione..."
  Il Santo "appena seppe di queste mene, non ancor pago di ciò che aveva già fatto, compose e pubblicò un libretto col titolo: Avvisi ai Cattolici. "Aprite gli occhi" scriveva, "tendono a voi moltissime insidie col tentare di allontanarvi da quell'unica, vera, santa Religione, che solamente conservasi nella Chiesa di Gesù Cristo. Questo pericolo fu già in più guise proclamato dai nostri legittimi Pastori, dai Vescovi, posti da Dio a difenderci dall'errore ed insegnarci la verità. La stessa infallibile voce del Vicario di Gesù Cristo avvisò di questo insidioso laccio teso ai Cattolici, cioè molti malevoli vorrebbero sradicare dai vostri cuori la Religione di Gesù Cristo [...] Gesù disse a S. Pietro: Tu sei Pietro e sopra questa pietra fonderò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non la vinceranno mai, perché io sarò coi Pastori di essa tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli. Questo disse a S. Pietro e ai suoi successori, i Romani Pontefici, e a nessun altro".
  Ma quando Bergoglio viene ricevuto in quel tempio che non è della Chiesa, ma degli eretici, e tratta con loro amichevolmente, secondo l'invalsa falsa dottrina e prassi di badare piuttosto a ciò che si avrebbe in comune (errore eretico e assurdo: la Chiesa non può avere niente in comune con una falsa chiesa), allora che cosa può mai egli rappresentare se non un'altra falsa chiesa?
  D'altronde, quanto predica San Giovanni Bosco corrisponde in pieno al Magistero, ai dogmi sull'eresia. Essa fu sempre chiaata peste, pericolosa in qualsiasi circostanza storica. Lo dissero gli Apostoli, che nella Rivelazione narrano le loro opere di pastori in difesa del gregge contro gli eretici. Lo insegnarono i martiri, anche quelli uccisi dai falsi cristiani. Ma quale sorta di pastore è mai Bergoglio che mena il gregge nella tana del lupo, e non già per avventura, ma basato sulla dottrina del Concilio e dei suoi predecessori?
  Se oggi sembra che gli acattolici e i miscredenti non attentino più alla fede dei fedeli, ciò si deve alla pace conclusa con loro mediante la rovina della dottrina, resa simile a quella delle varie sette e filosofie, mentre queste non cessano il loro sotterraneo lavoro di demolizione.
  E sarebbe un'altra eresia sostenere che l'uomo è cambiato, che il fedele non ha più bisogno di protezione, che tutti hanno fede implicita per grazia di Dio e per grazia di Dio possono comunque salvarsi, siano acattolici o altro, senza la Chiesa.
  È fuor di dubbio che la vera Chiesa, professata dai veri credenti, non è quella dimostrata da Bergoglio, non è quella spiegata dal Catechismo autentico.
  Don Bosco non si accontentò. A compimento della sua crociata diede alle stampe Il Cattolico istruito nella sua Religione.
  "Se questa operetta tornò gradevolissima a tutti i buoni, inasprì i Protestanti e li fece montare in sulle furie [...] Con questa pubblicazione e con le altre molte che la seguirono, Don Bosco indicava al secolo l'arma più potente per combattere i nemici della Religione e segnava la strada a quanti volessero correre in difesa della società cristiana minacciata".
  Ora, Bergoglio dà un esempio opposto, uno scandalo incredibile, per chi resiste all'errore, e dà una lezione eretica conforme all'alleanza stretta con gli eretici, grata a quanti amano farsi sedurre dall'eresia.


Piero Nicola

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