Che il Natale
sia diventato una festa profana, da molto tempo in qua lo si è detto e deplorato.
Che i credenti un po’ meglio che tiepidi non facciano per questo una piega, è
pure uno scandalo cui siamo abituati. Anch’essi partecipano alla campagna-regali,
alla ricerca delle prelibatezze con cui imbandire la tavola del lauto pasto, e
si abbandonano alle atmosfere degli alberi scintillanti, delle luminarie, degli
addobbi multicolori, dei finti babbi-natale e delle canzoncine anglosassoni.
Tutta roba che non ha niente a che vedere con la nascita del Salvatore, con la
Storia sacra, con il primo Avvento del Re divino che a Pasqua risorgerà, dopo
la rivelazione del Vangelo e la Crocifissione redentrice, e tornerà Giudice
alla fine di questo mondo. Tutto un apparato distrae e contrasta col Presepe,
con la Fede, con la Santificazione, insomma col Principale.
Il mondo, dunque, approfitta della ricorrenza
senza rispetto del suo significato, senza onore reso a Gesù e alla Sacra
famiglia.
Ieri sera, alla televisione – che nel
contempo determina la mentalità e si adegua al consenso del pubblico – si è
tenuto uno spettacolo pre-natalizio con canto di bambini e ragazzini, con
partecipazione di cantanti dalle idee tutt’altro che cattoliche, con intervento
a sorpresa di Matteo Renzi in mezzo ai due conduttori e ai bambini. Ciò in
funzione della propaganda per una fiera mondiale gastronomica, denominata
l’Expo: esposizione per eccellenza… Non ci vorrà molto che, per aiutare
l’economia e mettere qualche cataplasma sul bubbone della crisi, verrà bandita
una mostra mercantile di piaceri goderecci ancor più stuzzicanti, ovvero di pornografia.
Naturalmente, non dimentichiamolo, farcivano
la torta-spettacolo cuochi internazionali dediti a tener viva la cucina italiana
in ogni angolo del globo, con tanto di pietanze esibite in padella e
spiegazioni sui pregi degli ingredienti.
La conduttrice, celebre per le sue
trasmissioni prettamente culinarie, ha pure dato una definizione del Natale.
Non ricordo bene di quale compiacimento si trattasse, perché notai il succo:
l’assenza assoluta della nascita di Cristo.
Sugli altri canali le programmazioni erano le
solite. Certo, rivedremo le coltri di neve su scorci da cartolina, il calore
negli interni tirati a lucido, pronti per i pacchi variopinti e infiocchettati,
per i brindisi e i banchetti, che già compaiono nelle pubblicità assai
riciclate; rivedremo il film del bambino americano dimenticato nel focolare
domestico, mentre i suoi, affannati e distratti, stanno ormai viaggiando in
aereo verso lidi esotici, e piaceranno le avventure del maschietto impavido alle
prese con due ladroni maldestri.
Il divertimento muore così. Trascorsa la
festa, non si può dire nemmeno che il Santo sia stato gabbato. Sarebbe un detto
troppo poco irriverente: Dio è stato ignorato e offeso.
Dov’è l’Autorità, il personaggio rilevante
che leva la protesta, che si straccia le vesti? - Deserto.
Tra breve, si alzano le coppe al nuovo anno,
si balla e si cercano sollazzi: liberati dalla fastidiosa ombra di Dio. Poi, si
rimettono nelle scatole gli aggeggi della baldoria, che serviranno tra un anno
a riempire il vuoto, secondo il ciclo delle feste e delle vacanze. E ricomincia
la risaputa vicenda di gioie spurie e grami dolori, nel grigiore senza speranza
per quelli che, nemmeno in chiesa, hanno avuto un pensiero puro e pio.
Piero Nicola
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