La
scrittrice russa Irène Némirowsky (Kiev 1903 - Auschwitz 1941), apparteneva a una famiglia di ricchi
banchieri ebrei, che si erano rifugiati in Francia perché refrattari e ostili
alle suggestioni dell'ideologia leninista. Prima di essere battezzata (2
febbraio 1939) Irène fu risoluta critica dell'ebraismo bancario e/o sovietico,
e testimone di una fede cristiana ardente.
Irène,
dopo essersi laureata alla Sorbona, cominciò a scrivere rivelando una singolare
attitudine alla narrazione. Nel 1931 la casa editrice parigina Grasset &
Frasquelle pubblicò i suoi primi scritti, che furono apprezzati da Robert
Brasillach, Pierre Drieu La Rochelle e Paul Morand. Nello stesso anno iniziò la
collaborazione con il giornale di destra Candide. Il suo romanzo David
Golder, è un veemente, splendido atto d'accusa contro il sordido culto del
denaro. Un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca di una destra
rientrata in sé stessa, dopo l'incauto viaggio nel capitalismo.
I
nazisti non capirono e non rispettarono la grandezza della scrittrice in
rivolta contro la mitologia comunista. Nel 1941 Irène, morì di tifo ad
Auschwitz, dove era stata deportata da fanatici
posseduti e accecati dal criminogeno delirio razzista.
Dimenticata
dal potere culturale esercitato ferocemente dalla lobby progressista,
ostile alla fede cristiana e incapace di contemplare l'anima russa senza il
filtro sovietico e antifascista, la narrativa della Némirowsky è stata riscoperta
e pubblicata dopo il tramonto della mitologia marxista-leninista.
L'opera
di Némirowsky è una magnifica testimonianza indirizzata ai fedeli risparmiati
dai morsi velenosi della porno-banca, il potere che infuria a est e ad ovest
del conformismo squillante e trionfante nella fedeltà al secolo sterminato.
La
protagonista del suo avvincente romanzo breve, "Come le mosche
d'autunno", è la serva Tatjana Ivanovna, vissuta nella luce di una
fede che contemplava l'Onnipotenza del Signore - Tutto è nelle mani di Dio ripete
ogni volta che si presenta una situazione difficile - una perfetta
figura dell'anima russa, una credente simile a Matrjona, la protagonista del
più commovente racconto scritto da Alexandr Solgenitsin. Serva fedele degli
aristocratici padroni, i Karin, persone vulnerabili, trascinate dal vento
impietoso della grande guerra e oppresse dalla rivoluzione sovietica, Tatjana è
estranea e separata dalla storia che sciorina vane illusioni, inutili violenze
e umilianti viltà. La sua fede nel Signore Gesù passa attraverso la cruna di
una pietà eroica verso i suoi padroni, che escono dalla storia russa sconfitti
ed esausti come le mosche d'autunno.
Nei
padroni solidi e ricchi prima di essere travolti dal furore rivoluzionario,
Tatjana aveva rispettato, obbedito ed amato il suo destino di serva. Quando sui
padroni scese l'ombra della sconfitta, la serva fece di loro l'oggetto di una
misericordia senza confine. Rimasta in Russia per custodire il tesoro dei
padroni emigrati in Francia, Tatjana, vista l'impossibilità del loro rimpatrio,
affrontò un viaggio rischioso e faticoso allo scopo di consegnare i diamanti da
lei custoditi.
Le
pagine della scrittrice russa possiedono una bellezza sconvolgente, illuminata
da una ammirevole semplicità. Narrano la fede e la lealtà degli umili e svelano
le radici cristiane della loro refrattarietà all'odio di classe.
Una
privilegiata immunità, sconsiglia a Tatjana l'appropriazione rivoluzionaria
delle ricchezze appartenute ai vecchi padroni, che l'anziana serva invece
raggiunge a Parigi: "La vecchia Tatjana partì per Odessa con i gioielli
cuciti nell'orlo della gonna. Per tre mesi camminò di strada in strada, come
quando, ai tempi della sua giovinezza, andava in Pellegrinaggio a Kiev, salendo
a volte su treni di affamati che cominciavano a scendere verso sud. Arrivò dai
Karin una sera di settembre. Mai avrebbero scordato il momento in cui lei aveva
bussato alla porta e aveva fatto la sua comparsa, sfinita ma tranquilla, con il
fagotto sulla schiena e i diamanti che le sbattevano contro le gambe
stanche".
La lettura dei
capolavori di Némirowsky si raccomanda in modo speciale ai cattolici
frastornati dalle alte prediche/chiacchiere, che nascondono sotto i fumi
della teologia della liberazione dalla misericordia le splendide risorse religiose della povertà
vissuta e accettata cristianamente. E consigliata. infine, agli studiosi che
ignorano o negano ostinatamente/colpevolmente l'abissale distanza che corre tra
buona destra e nazismo.
Piero Vassallo
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