(Dialoghetto che si spera indigesto a baciapile,
austriacanti, neoborbonici ed antiitaliani di ogni tipo, sciolti e a pacchetti)
- Ma no, che dite, antiitaliana? Antiunitaria solamente…
- Chi è oggi contro l’unità per tornare all’Italietta
preunitaria detesta evidentemente gli altri italiani, non vuole avere nulla a
che fare con loro; vorrebbe tornare ad un paese nel quale c’erano
(nell’Ottocento) otto dogane interne, otto sistemi monetari…
- Suvvia, non esageriamo…
- E in aggiunta la sudditanza perenne, diretta ed
indiretta, all’Austriaco, all’Inglese, al Francese, a chi più vi piace.
- Si vuol solo riparare a ingiustizie storiche con un
giusto federalismo.
- Fesserie sesquipedali e bugie. Il federalismo ha funzionato in Italia solo
ai tempi della Repubblica degli antichi romani.
Guardiamo alla storia: i vari
Stati italiani non sono mai riusciti a coalizzarsi contro lo straniero. E nemmeno tra di loro per realizzare comuni
sfere d’influenza. Pensiamo a Genova e
Venezia. Nel Medio Evo avevano due formidabili flotte. Dividendosi le zone d’influenza mercantili e
alleandosi avrebbero messo insieme un possente potere navale, capace di
dominare l’intero Mediterraneo. Invece
si sono sempre fatte spietatamente la guerra, dimostrando una cecità politica assoluta.
Bugie, poi, poiché oggi il
“federalismo” serve solo a mascherare egoismi locali (i succulenti posti di
governo e nell’amministrazione delle regioni) e aspirazioni secessioniste. La Giunta Veneta ha richiesto non molto tempo
fa alla Corte Costituzionale di poter effettuare un referendum per l’“autonomia differenziata” ossia per la
secessione. Quando si dice l’ipocrisia…
- Ma la Corte di sicuro non accoglierà una richiesta così
demenziale…
- Con la Corte di oggi non si può mai dire. Se l’accogliesse, la pronuncia della Corte
dovrebbe ritenersi comunque nulla perché attenterebbe alla forma repubblicana
stessa, che la Costituzione dichiara non passibile di modifica costituzionale,
se non erro. La “forma repubblicana”
include l’unità dello Stato. L’unità della Repubblica non può pertanto esser
oggetto di revisione costituzionale.
- Giusto. “Ma non
ebbero ragione anche Pio IX, Francesco II e quanti altri sino ad ora
rivendicano i loro diritti e adducono i motivi per cui il Risorgimento fu indegno del suo
nome”? Così dicono gli antiunitari. Vi sembra che sbaglino?
- Ebbero ragione il Papa e il Borbone a protestare, anche
se avrebbero fatto meglio a dotarsi di uno Stato e un esercito efficienti, dimostrandosi
capaci di difendersi da soli, invece di ricorrere sempre alle potenze straniere
per restare a galla. Era dal Sacco di
Roma (1527), provocato dall’inettitudine e pusillanimità di Clemente VII, che
il Papa non era più in grado di difendere il proprio Stato, i cui confini i re
e imperatori “cattolici” e “cristianissimi” violavano tranquillamente, con vero
e proprio martirio delle disgraziate popolazioni, ogni volta che dovevano
combattere le loro “Guerre d’Italia” per spartirsi la roba nostra. Ma quelli che tuttora rivendicano “i loro diritti” vogliono evidentemente
sfasciare l’Italia. Perché, che altro
significa o g g i “rivendicare i loro
diritti” se non auspicare il ripristino dello Stato della Chiesa, del Regno di
Napoli, di ducati e granducati et similia, naturalmente in forma
ammodernata? Vogliono un ritorno
all’Italia del 1859, camuffato da regionalismo o federalismo all’insegna della
modernità e della democrazia.
Ricordo poi agli smemorati che con i Patti Lateranensi il
Papa ha espressamente perdonato il popolo italiano e lo Stato italiano per le
spoliazioni e angherie subite al tempo della realizzazione dell’Unità…
- Il Papa ha perdonato, voi dite…
- Signorsì, leggetevi i documenti. Ha tirato un rigo, chiudendo una pagina
dolorosa, per la soddisfazione e la gioia di tutti…Lui ha perdonato, non hanno
invece perdonato ultramontani, neolegittimisti, neopapalini, sedevacantisti e
neocatecumenali…La loro avversione per l’Italia è ontologica, eterna ed
immortale, come l’antifascismo dei nostri sciagurati Costituenti…
- Vi sembrano faziosi come gli antifascisti? Voglio dire,
non quelli (molto pochi) che hanno coraggiosamente affrontato l’autoritarismo
mussoliniano durante il regime ma quelli dello spirito “resistenziale”, gli
azionisti, i dossettiani, i comunisti, insomma “i partigiani” in servizio
permamente ed effettivo…
- Non si tratta di pesare con il bilancino del farmacista
chi sia più fazioso tra costoro. È un
fatto, che l’avversione all’Italia e agli italiani da parte della galassia antiunitaria
coagulatasi in questi ultimi anni appare davvero impressionante, di una
faziosità che rasenta l’odio.
- Addirittura…
- Bastare leggere una saggistica che tutti ben
conosciamo…Sembra scritta da indemoniati…
- Be’, questo non l’accetto proprio…Indemoniati, via…Perché
non ammettete, invece, che questa saggistica, per quanto assai polemica e forse
anche faziosa, ha comunque reso giustizia ai vecchi Stati italiani, trattati
come subumani e retrogradi dalla storiografia dei vincitori, appestata dal
verbo massonico del progresso e della democrazia, nonché dall’anticlericalismo.
- Lo ammetto
tranquillamente. Ma anche storici
liberalconservatori come Gioacchino Volpe (un grande storico) hanno sempre
messo in rilievo il difetto di fondo del nostro Risorgimento e le sue
manchevolezze: l’unità è venuta come di
colpo e per il Sud nella forma brutale di una conquista militare seguita al
crollo interno dello Stato, alle prime cannonate tirate da Garibaldi.
- E allora?
- E allora, cosa? Per
via dei difetti iniziali, dobbiamo sfasciare tutto e consegnarci per metà
all’Unione Europea dei banchieri e delle lobbies gay, femministe e abortiste, e
per metà all’Africa?
- I veri federalisti vogliono un federalismo che mantenga
lo Stato unitario, rendendolo più agile, migliorandolo…
- Bravo, ma ce ne sono in Italia? Tornando poi alla rivalutazione del passato
preunitario, affermo che si sono fabbricati miti di segno opposto a quelli
imposti dai liberali unitari. Gli Stati
unitari appaiono una sorta di isole felici, di incontaminata Arcadia, che Papi,
Borbone, duchi e Granduchi, dogi e gondolieri avrebbero tenuto per secoli al
riparo dai mali del progresso, dell’industrializzazione…
- Be’, almeno in parte, non era vero?
- Quand’anche lo fosse stato, si dimentica a bella posta
o per ignoranza della storia l’altra faccia della medaglia, quella sulla quale
si sono concentrati invece gli unitari, i liberali di un di’: nella seconda
metà del Settecento l’impressionante decadenza dei due più antichi Stati
italiani, Venezia e il Papa; l’Italia afflitta dal brigantaggio endemico per
secoli dalla Romagna alla punta della Calabria, dall’analfabetismo, dalla
malaria, economicamente sempr fragile e succube delle Potenze, con le coste
devastate per secoli dai pirati arabi musulmani (che ancora alla fine
dell’Ottocento facevano qualche incursione dalla Libia, essendo stata l’Algeria
occupata dai Francesi, per nostra fortuna); abitata da un popolo che non poteva
coltivare nessun vero, grande ideale, rinchiuso nel provincialismo più gretto,
disprezzato da tutti per il suo carattere imbelle…Non bisognerebbe rileggere il
saggio di Leopardi sui costumi degli Italiani?
- Quale Leopardi, Monaldo?
-Ah, lo sapevo…Ma si tratta di Giacomo, suvvia! Il grande poeta, che ha scritto un bel saggio
sui costumi degli Italiani del suo tempo, pagine che andrebbero meditate.
- Leopardi, il gobbetto pessimista, imbrattacarte,
condannato a soddisfarsi con le meretrici perché nessuna donna se lo filava, a
causa del fisico disgraziato…
- Ma posso io
continuare a discutere con voi, anzi con lei, che preferisce a Leopardi poeta
Leopardi padre, un caso classico di ottusità reazionaria, spinta a livelli
demenziali nel suo ben noto Catechismo politico? Uno che diceva esser la Patria nient’altro
che il campanile del villaggio natio, la cui difesa doveva affidarsi agli
stranieri cioè agli Austriaci? Uno che
non riusciva a vedere non dico lo Stato ma nemmeno la Nazione? Certo, è uno dei misteri della Natura come un
padre così fesso abbia potuto generare un figlio così geniale, sicuramente un
grande poeta, comunque lo si giudichi a causa del suo pessimismo cosmico. Il merito deve attribuirsi interamente alla
madre.
- Non continuiamo,
guardi, se no veniamo alle mani…
Azazello
(Paolo Pasqualucci)
Gentile Pasqualucci,
RispondiEliminasono sostanzialmente d'accordo con lei: trovo alquanto ridicola anche l'esaltazione della vita sotto l'ancien régime (per es. al tempo di Luigi XIV, in Francia) perché la società era ancora cristiana. Certi tradizionalisti trascurano elementi importanti della storia, per darne una versione edulcorata a loro uso e consumo, senza valutare criticamente le luci e le ombre. Un altro esempio potrebbe essere la figura del principe Eugenio di Savoia: ha combattuto i Turchi, sì è vero, ma si dimentica di dire che proteggeva intellettuali anticurialisti e che, a Vienna, possedeva una biblioteca ricca di opere eterodosse come quelle di Spinoza, Toland e compagnia bella.
Dissento in parte, perché trovo che certi pamphlet polemici (non posso definirli veri e propri saggi storiografici) abbiano, tuttavia, una loro utilità: quella di far conoscere un punto di vista alternativo rispetto alla storiografia ufficiale, liberale o comunista che sia.
Il grave difetto degli italiani di oggi è lo stesso degli antichi Greci: sono i peggiori nemici di sé stessi e non sono capaci di guardare oltre il proprio orticello. Pensi che, una volta, ho sentito dire da una persona che non si sentiva nemmeno toscana, ma abitante del suo comune di nascita e, quindi, con un napoletano non avrebbe sentito nulla da condividere. Io, che sono romano, avrei voluto aggiungere sconsolato: "Nemmeno la lingua italiana?...".
Filelleno